ZIZ, Ever
Il quartetto lombardo-piemontese dal nome palindromo ci presenta questo ep di assaggio, che è certamente preludio a un vero e proprio full-length. Intanto, e premettendo che i ragazzi hanno trascorsi in numerose band attive al confine delle due regioni, va registrato che la musica che ci propongono si inserisce in parte nel filone psych e oscuro tanto in voga nell’ultimo periodo. Non sembrano però esserci particolari voli pindarici (al contrario di quello che si potrebbe immaginare leggendo la cartella stampa), nel senso che a livello estetico, e fatte salve alcune evidenti peculiarità (la copertina per esempio è notevole…), non ci si discosta poi tanto da una rilettura piuttosto regolare di canoni dilatati e in odor di rancida psichedelia, rasenti quasi lo stoner in numerosi passaggi, o di talune reminiscenze Seventies (“Jericho Lies”). Rischiamo però di allontanarci dal principale obiettivo dei musicisti, che è quello di esprimere idee vicine alla cosmologia ed alla natura usando gli strumenti classici del caso, non disdegnando neanche massicce dosi di elettronica e mood robotico (la complessa struttura di “Tardigrad”), mentre è ancora più flippata la traccia di chiusura che ha un titolo che è più di un programma (indovinare la citazione è d’obbligo, su!).
A conti fatti ci aspettiamo comunque qualcosa in più da loro, ma le premesse per far meglio non mancano.