ŽEN, Sunčani Ljudi
Per me che ascolto un botto di musica, vivere a un niente da Slovenia e Croazia non è male: tra Lubiana e Zagabria passa molta roba importante che dalle mie parti (Friuli, Veneto…) non si vedrà mai e ogni tanto la corrente porta tesori come le Žen (o come il trio Širom, no?).
Eva Badanjak (chitarra, tastiere, voce), Sara Ercegović (batteria, synth, voce), Ivona Ivković (basso, synth, vocals), Tanja Minarik (live visuals) operano negli spazi autogestiti dell’AKC Medika, sempre a Zagabria. Il loro terzo album Sunčani Ljudi (“gente solare”) è un disco shoegaze speciale, positivo, luminoso (appunto) e con una piccolissima punta di malinconia che non può mai mancare nel genere: scuola Slowdive (passando per i Cure), chitarre liquide, synth sottili, basso post-punk, armonizzazioni vocali che sollevano tutto da terra. Le ragazze, comunque, devono conoscere bene tutto il mondo indie inglese e americano, lo senti ad esempio da come ingrossano ogni tanto il suono della chitarra per non mettere in fila otto tracce tutte languide e prevedibili. In un paio di momenti, soprattutto nell’episodio finale, adottano anche il motorik dei Neu!, ottenendo un ibrido assolutamente credibile. Ciò che conta, in ogni caso, è la capacità delle Žen di cambiarti l’umore in meglio o – se proprio va male male – portarti per quaranta minuti in un Altrove che attutisce il rumore delle sfighe quotidiane.
Non so dire nulla sui loro visuals, ma venerdì 25 maggio li scoprirò al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, grazie allo Young European Artists Hub che le ha chiamate in Italia, in collaborazione con altre associazioni e gli enti locali (Progetto Area Giovani, Chromopolis, Artefatto, e il Comune di Trieste dà il patrocinio). Chi vive nei dintorni adesso sa cosa deve fare…