ZEITKRATZER + KEIJI HAINO
Questa volta – sempre guidato da Reinhold Friedl – l’ensemble tedesco che ha reinterpretato l’ormai storica pièce “Metal Machine Music” di Lou Reed (e vanta una lunga carriera “da esecutore” alle spalle) si fregia della prestigiosa presenza di Keiji Haino, già incontrato a Berlino nel corso del 2005.
Questo lavoro omonimo consiste in sei tracce registrate dal vivo, sempre in Germania, durante le quali la parte strumentale si dà un gran daffare per accompagnare con efficacia i grugniti di stampo bruitista del Fushitsusha. La lunga ed estenuante “Wet Edge” spiazza per la spiccata teatralità e per quegli archi puntuti che sembrano quasi omaggiare la celebre partitura di Bernard Herrmann per lo score di “Psycho”. In “Ghosts” si musicano proprio delle inquietanti voci fantasma, mentre “Smashine” è notevole e raffinata industrial music (non sembri solo un ossimoro) venata di free-jazz, tra i soliti conati e la base metronomica. “Roses” dal canto suo rallenta il ritmo e mette in fila una serie di bozzetti ambient sempre molto sinistri, “Birdy” veleggia a suon di jazz “troglodita” e minaccioso come non mai, chiosa il tutto la breve “Cryogen”, a suggello di un’uscita piuttosto ostica ma d’indubbia credibilità, frutto d’una certosina ricerca sulle fonti sonore, del resto stiamo pur sempre parlando di un gruppo di musicisti professionisti che ha il coraggio di confrontarsi con un cavallo difficilmente domabile come Haino. A conti fatti l’interazione è riuscita, quindi il disco è consigliato.
Tracklist
01. Ghosts
02. Smashine
03. Roses
04. Birdy
05. Wet Edge
06. Cryogen