ZAMBRA, Prima Punta
La Zambra è il nome di un quartiere popolare di Sesto Fiorentino, così ci raccontano gli stessi autori di Prima Punta, un luogo dove moderna società industriale e testimonianze della cultura etrusca convivono fianco a fianco.
Proprio questa collisione, all’apparenza stridente, tra nuovo e antico, ha dato lo spunto ad alcuni volti noti della scena musicale fiorentina per mettere al mondo una creatura ibrida che si muove tra linguaggi differenti e sposa le radici hardcore punk con influenze metal e una marcata sporcatura noise che non può non ricordare il cemento delle moderne metropoli.
I brani della band si aprono come squarci nel tessuto urbano, che lasciano vedere chiaramente l’amore per sonorità degli anni Novanta, rilette e riviste con una sensibilità attuale che li fa esplodere tra bordate di suono e momenti rarefatti in cui tutto sembra sgretolarsi e ridursi in polvere impalpabile. Tra urla disperate e stridore di lamiere, tramonti inquinati e rovine di civiltà ormai dimenticate, gli Zambra ci accompagnano in una visita guidata attraverso panorami sonori segnati dalle contraddizioni contemporanee. Prima Punta è un album carico di pathos e dal gusto molto particolare, in cui si avverte chiara la voglia di distaccarsi da cliché abusati per tentare un percorso che arrivi a soluzioni differenti, come ben esemplificato da brani come “Lottarox” e “Oca Bianca”. Decisamente un buon inizio e un ulteriore spunto di riflessione sulla necessità di prendersi i propri rischi per non fossilizzarsi come, appunto, vestigia di una civiltà in rovina costrette a convivere con la modernità e a logorarsi sempre più. Decisamente intriganti.