ZAKHME, Kula
Zakhme è l’incontro di due musicisti, Alessandro Barbanera e Gianluca Ceccarini, votati al viaggio rituale. Il titolo del nastro, Kula, prende origine da un tradizionale scambio di doni fra le isole del Pacifico, con conchiglie, monili e altri oggetti che promuovono la vicinanza fra gli atolli e i loro abitanti. La musica espressa dal duo è una psichedelia che spinge alla trance e al vagare, su toni melodici e luminosi, in personali fughe cosmiche. Non saprei dire se queste litanie possano essere ascrivibili al contesto dal quale Kula prende spunto o se siano invece “proiezioni occidentali” su mondi lontani, ma quel che è certo è che la delicatezza e il garbo coi quali la coppia appoggia queste note nell’aria sono estremamente efficaci. Nella parte centrale gli insetti trasportano l’atmosfera in quel contesto tropicale gracchiante e grondante idee dub che accomuna una certa scena italica, ma lo fa in maniera molto più leggera e ambientale, quasi come un quaderno sonoro con il minimo intervento umano. “Stella del mattino / Risveglio” è prerogativa di ronzii e campanelli, bordoni che infestano un pascolo rendendolo fucina di scontro e devasto, con slanci verso un infinito del quale siamo parte. Il primo passo di Zakhme riesce a giocare con elementi noti in maniera originale, sobria e luminosa, in una sorta di artigianato psichedelico che non mancherà, ne siamo certi, di portare alla scoperta di altre gemme sonore.