YELLOW KINGS, Songs For The Young
Gli Yellow Kings sono Morgan (Vanessa Van Basten, Angela Martyr) e Zappeo in assetto godfleshiano. Viviamo tutti a Trieste, dunque li ho già visti dal vivo, dimensione nella quale funzionano benissimo. Meglio precisare che non si parla solo di Godflesh (e un po’ di Ministry, direi), per quanto il punto di partenza per loro sia stato proprio quello, se non ricordo male. Del resto, se uno ha ascoltato Vanessa Van Basten e Angela Martyr sa che Broadrick è un nume tutelare, ma sa pure che la tendenza è quella di rimescolare le carte in modo personale, pescando molto da diversi rivoli degli anni Novanta (dal grunge allo shoegaze, passando per il noise-rock), anche col desiderio di giocare con chi ascolta, vedi i titoli dei brani: qui “Billy Morgan” è abbastanza inequivocabile. Un’altra caratteristica in comune tra i Re, Vanessa e Angela è che ti ricordi i pezzi. Abbiamo passato anni in cui capitava di ascoltare dischi buonissimi nel loro insieme, incredibili a livello di suono, ma che non avevano singoli episodi memorabili. Di queste songs (songs, appunto, non tracks) for the young, invece, ti rimangono in testa almeno un paio di cose, e comunque non manca quella che dalle mie parti chiamano “pacca” (non so se sia un termine importato, ma rende bene l’idea). Secondo me, col tempo, Morgan ha preso gusto a essere un po’ più semplice e gli Yellow Kings se ne avvantaggiano. Cinque pezzi autoprodotti che promettono bene, ma non avevo dubbi. Al solito: record labels, please get in touch.