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YANNIS KYRIAKIDES, Amiandos

Sono anni che Yannis Kyriakides, nato a Cipro nel 1969 e residente da tempo ad Amsterdam, propone una sua personalissima e seducente via all’ascolto di musica aliena e di inconsueti frattali sonici, ne è conferma Amiandos, l’ultimo album edito dalla sua Unsounds, label gestita fin dal 2001 assieme a Andy Moor, chitarrista del collettivo olandese The Ex (mi piace ricordare il loro disco collaborativo Rebetika, un mezzo capolavoro).

Amiandos ci racconta delle miniere di amianto, denominato anche asbesto, aperte a Cipro dal 1904 al 1988 sulle montagne di Trodos, villaggio minerario, luogo di nascita del padre di Kyriakides divenuto il più grande sito europeo di estrazione di questa sostanza letale. Il primo brano “Side Of The Mountain” cita alla lettera un passo del romanzo di Lawrence Durrel “Bitter Lemons of Cyprus”, quello in cui lo scrittore inglese – in visita nel 1957 alle cave – descrive l’atmosfera irreale e tossica dell’ambiente circostante e la montagna violentata dall’opera dell’uomo. La musica, l’ambiente sonoro e le parole recitate ci conducono in un vero e proprio antro oscuro, un percorso pericoloso ma affascinante in compagnia del nostro Virgilio/Kyriakides. In “Thin Dust” siamo immersi nella polvere sottile dell’amianto che, ricorda Yannis, da bambino riceveva in dono all’interno di scatole di cartone contenenti pezzi di roccia frantumati! Il brano si sviluppa infine in una sorta di “Rainbow In A Curved Air” – appunto – polverizzato. “Cottonstone” riproduce elettronicamente i suoni della lavorazione dell’amianto e a seguire, nei quindici minuti di “A Ghost Of Spring”, Yannis si immagina le antiche feste contadine della regione di Trodos, rituali – detti “Paniyiri” – propiziatori di un raccolto fecondo: il contesto preindustriale viene evocato da field recordings, voci, registrazioni originali e dalla consueta sapienza di Kyriakides nell’organizzazione di materiali sonori irrelati come, fra gli altri, le voci del Trio Katara (1958) e le ore di registrazioni custodite alla Peloponnesian Music Foundation.

L’album è un palese atto di denuncia del trattamento brutale che l’isola di  Cipro subì dai colonizzatori inglesi e di come le istanze dei minatori furono più volte represse nel sangue dalla polizia al soldo delle compagnie private, tanto britanniche che internazionali, proprietarie dei giacimenti di asbesto, e il brano “Empire Within Empire”, con estratti radiofonici della propaganda colonialista, ne è chiara testimonianza, dato che racconta della più sanguinosa rivolta dei minatori avvenuta nel 1955. “Enaerios”, penultimo ipnotico pezzo, si riferisce al nome della teleferica che da Trodos, lungo un percorso di 36 km trasportava fino al porto di Limassol l’amianto, che da lì veniva imbarcato sulle navi cargo dirette, infine, ad avvelenare tutto il pianeta! I sedici maestosi minuti della conclusiva “A Secret Lake/A Million Voices” sono un omaggio a un progetto di riqualificazione del sito e una riflessione sul costo in termini di vite umane e di distruzione dell’ambiente provocato dai decenni di sfruttamento minerario: elettronica fantasmatica e allucinata eppure, sebbene si attraversi un’ora abbondante di suoni inquietanti, come con tutte le opere di Yannis Kyriakides quel che ci rimane addosso è soprattutto il ricordo di una musica “esperienziale” assolutamente magnifica.