XXENA & DBPIT, White Stories Of Black Whales
Ci sono unioni di cui faremmo volentieri a meno e altre segnate dal destino, che brillano per coesione e genio artistico. Una di esse è quella fra Xxena (Arianna Degni) e D.B.P.I.T. (Der Bekannte Post Industrielle Trompeter), entrambi dell’area romana e affermati interpreti della scena noise-industrial e dark ambient italiana.
La stupenda parentesi solitaria di Ápolis (2012) mi permise di conoscere Xxena sotto altri aspetti, ad esempio in qualità di videomaker e disegnatrice, come succede anche questa volta, dato che ha curato il concept layout in formato A4 del disco, mentre il sonoro è firmato da Flavio ‘Der Bekannte’. Bianche storie di balene nere: c’è da chiedersi se “Moby Dick” di Melville sia stato fonte d’ispirazione, comunque di certo questo lavoro nasce da una visita a zone dove questi enormi animali vagano liberi e possono essere ammirati in tutta la loro naturale bellezza. Racconti, insomma, su balene che si abbracciano e danzano spensierate nell’oceano, maestosità perdute e su di un’interminabile fuga per scampare a una baleniera dalle sembianze del Nautilus. Quattro differenti episodi legati da un unico tema comune, la danze rituali amorose, le voci e i canti di gioia, interrotti da battiti metallici, arpioni insanguinati, fitte reti metalliche e drone inquietanti e brutali che, penetrando all’interno della spessa epidermide del mammifero acquatico, lo feriscono a morte, facendolo sprofondare nell’abisso blu profondo (“Fly Away”). È un disco, quindi, che assembla stati d’animo di leggerezza e ingenuità, alternati a momenti tragici e malinconici (“Dance In The Deep Blue”). Le leggiadre interferenze o rimandi ai suoni emessi dai cetacei sembrano così originali (poi magari sono veri field-recordings e faccio una figuraccia) che, per curiosità, ho ripreso un disco della biologa e ricercatrice tedesca Heike Vester dal titolo Marine Mammals And Fish Of Lofoten And Vesterålen, quindi tanto di cappello a D.B.P.I.T.
Probabilmente non riuscirò mai a vedere una balena e sentire i suoi lamenti, ma White Stories Of Black Whales per lo meno accorcia le distanze. Più che altro mi son chiesto: perché è presente un foglio completamente bianco all’interno di questa sorta di audiolibro? Risposta: mi sa che il duo vuole che siamo noi a scrivere una storia, scritta o sotto forma di disegno, questa è la mia.