XIX + NIIDE, 23/3/2018

Dobbia (GO), Dobialab.

La prima serata di :hide riesce a riempire il Dobialab. Non bisogna dire troppe bugie, quindi va specificato che si tratta di un posto di piccole dimensioni, ma ritengo sia difficile fare di meglio se a suonare sono due progetti elettronici italiani agli esordi o quasi. Merito anche del lavoro fatto sul territorio dalle due realtà organizzatrici: ci si fida dei loro gusti e si viene a bere qualcosa a prescindere, perché difficilmente può andar male.

NIIDE : HIDE

Niide LIVE at HIDE < XIX + Niide > 23.03.2018

Video by Francesco Frank Chiarandini and Alex Ortiga
Powered by Cas’Aupa – Dissonanze \\ Udine – Hybrida Space

Pubblicato da su martedì 27 marzo 2018

Inizia Niide, nuovo nome scelto dal Alex Ortiga, che è la mente di :hide. Accompagnato da visuals molto efficaci e vari, assolutamente non buttati lì tanto per dar qualcosa da vedere al posto di un musicista che sta fermo a guardare il suo laptop, lascia intendere di aver ascoltato molto materiale Subtext, cioè i dischi di Roly Porter, Paul Jebanasam ed Emptyset, dunque basse frequenze potenti, la sensazione che il suono si espanda di continuo e forzi le mura della stanza nella quale ci troviamo. Durante l’ascolto emergono anche altre soluzioni, non riconducibili ai nomi appena fatti. Considerato che siamo ancora in una fase embrionale, direi molto bene, c’è solo da sperare che la creatura nasca forte e si distingua dai padri.

XIX : HIDE

XIX LIVE at HIDE < XIX + Niide > 23.03.2018

Video by Francesco Frank Chiarandini and Alex Ortiga
Powered by Cas’Aupa – Dissonanze \\ Udine – Hybrida Space

Pubblicato da su martedì 27 marzo 2018

 

Breve pausa e tocca al ventenne Marco Anulli da Terni, in arte XIX. La parte visiva, almeno inizialmente, richiama l’artwork notturno, metà poetico e metà inquietante, del suo ultimo disco Some Things We Don’t Do. Marco ha una chitarra in più di Alex e un suono differente, che direi prende spunto da nomi consolidati come Fennesz, Hecker (Tim, non Florian) e Frost. Anche in questo caso la fisicità gioca un ruolo importante, mentre le atmosfere ricordano lo shoegaze, quello ovviamente trasfigurato dal laptop, alla maniera di almeno due dei tre signori appena citati. Di conseguenza si passa dall’imponenza e dalla quasi pericolosità di Niide a qualcosa di più malinconico e struggente. Tornando a casa sono contento di aver avuto la possibilità di conoscere un nome nuovo, facendo poca fatica e spendendo ancora meno.

Giovedì 12 aprile, questa volta a Udine, toccherà a Von Tesla e Holy Similaun. Del primo mi fido da quando si chiamava Be Invisible Now!, mentre sono curioso di beccare il set del secondo, che piano piano sta provando a mettersi in luce. Avanti così.