Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

WWWINGS, Phoenixxx

C’è chi lo definisce elettronica HD, chi hi-tech. C’è chi, mettendolo in relazione con la filosofia politica, parla di “accelerazionismo”, e mi riferisco a un genere dotato di una forte riconoscibilità e già ben codificato. In principio fu James Ferraro con il discusso Far Side Virtual a spostarsi dal pop ipnagogico (basato sul metaricordo e quindi essenzialmente nostalgico) a un’elettronica futuribile con cui non ci si volta più indietro, ma che conserva comunque ancora nei geni qualche tratto del vaporoso antenato. Di lì a poco tempo diversi musicisti hanno legato il proprio lavoro a quest’estetica neofuturista fatta di suoni opalescenti. Il discorso musicale in alcuni interpreti del genere ha finito per assumere forti connotazioni socio-politiche: Lotic ed Elysia Crampton legano a doppio filo le proprie creazioni all’ideologia queer, Holly Herndon e Fatima Al-Qadiri mettono accenti antisistema ed anticapitalistici, mentre altrove i riferimenti sono più sfumati, ma la sostanza rimane anche lì un groviglio traslucente di suoni sintetici in apparenza innocuo eppure vagamente disturbante. Accanto alle rivendicazioni di carattere sessuale e alla lotta al capitale condotta attraverso mezzi connaturati al capitale stesso, un altro aspetto molto sottolineato è la deterritorializzazione, l’attitudine a tessere legami umani al di là della prossimità fisica: in questo senso la vicenda dei Wwwings è esemplare.

I tre protagonisti del progetto (Lit Internet, Lit Eyne e Lit Daw i loro nomi di battaglia) provengono da tre località poste agli estremi dello sterminato territorio dell’ex Unione Sovietica, vale a dire Kamchatka, Siberia e Ucraina, e sono entrati in contatto attraverso Vk, il social network più diffuso da quelle parti. Sempre a distanza hanno cominciato a lavorare ai loro progetti musicali, che si pongono sulla scia dei vari Rabit, Arca, Mumdance… In Phoenixxx, che si avvale anche della collaborazione di artisti del giro grime e hi-tech (uno su tutti Chino Amobi, cofondatore dell’etichetta NON, già al fianco di Rabit e prossimo ospite della kermesse torinese Club To Club), ritroviamo una versione post-sovietica dell’accelerazionismo sonoro, assolutamente in linea coi canoni stilistici del genere, forse un pelino più aspra e meno pettinata rispetto a quelle di altri colleghi sparsi per il globo. Gli stessi Wwwings definiscono le loro tracce “disturbing and depressive”, facendo risalire l’aspetto tormentato della musica al contesto storico in cui i tre si trovano immersi. La chiave di lettura politica è quindi fondamentale pure qui, per stessa ammissione degli artefici: dietro questa specie di trap travisata, disturbata dai suoni della contemporaneità, da cicalini e dal rumore dei motori Formula 1, suonata a forza di loop puntualmente deformati e martellata da deflagrazioni come in una sorta di videogame sparatutto, si cela uno scenario turbocapitalista, quello degli oligarchi e dei colossi energetici che fanno il bello e il cattivo tempo là dove una volta c’era il Socialismo Reale. L’impressione è che tali produzioni culturali vadano a inserirsi in una critica globalizzata dell’esistente, che – più che coagularsi in movimenti di protesta a livello locale – rimane vaporizzata nell’etere.

Phoenixxx è appena uscito in vinile per Planet Mu, l’etichetta di Michael Paradinas.


Tracklist

01. Lil Angels
02. Era (ft. Kastle, Born In Flamez & Gronos1)
03. Aethereal (ft. Chino Amobi)
04. Pyro (ft. Imaabs & Lao)
05. Arcane
06. Lava (ft. Endgame)
07. Ashes
08. Resurge
09. Infinity (ft. Ebbo Kraan)
10. Melt (ft. Barla, Graves & Pope)
11. Fly (ft. dj Heroin)
12. Ignite