WOW, Falene
Dev’essere stata un’atmosfera decisamente particolare quella ha dato vita al lato A della cassetta Falene. Il 25 aprile 2020 è stato un giorno stranissimo: eravamo ancora in lockdown, ma il carico di speranza addensato intorno alla giornata del 4 maggio si faceva sempre più importante. Nel quartiere Pigneto di Roma, poi, tante persone quel giorno sono uscite di casa per portare un fiore rosso in piazza, in memoria della resistenza; gesto che nei giorni successivi scatenò polemiche. Proprio quel giorno e nello stesso quartiere, gli WOW entrano nella porta nera del circolo Arci Fanfulla un po’ come se fosse il Roadhouse/Bang Bang Bar di Twin Peaks, un altro universo spazio-temporale che si tiene in collegamento con il mondo esterno grazie al fragile filo della webradio Radio Baraonda che trasmette il concerto.
La prima parte di Falene raccoglie quattro brani presi dal disco precedente, Come La Notte, suonati quel giorno nel locale vuoto. In effetti, le atmosfere lynchiane non mancano: i suoni sembrano provenire da un altrove, presente e distante allo stesso tempo; i tempi si dilatano e rispetto al mondo di riferimento degli ultimi dischi WOW, ovvero gli anni Sessanta della canzone d’autore italiana e francese: qui c’è una marca decisamente più progressiva e noir che talvolta fa venire in mente lavori della psichedelia occulta italiana. Le imperfezioni della registrazione dal vivo non fanno che aumentarne il fascino. In chiusura, la ballad minimale “Niente Di Speciale” è un momento intenso e nostalgico: la voce di China da suadente si fa cantilena, quasi ninna nanna. Il lato B di Falene, invece, è registrato in studio, contiene due nuovi pezzi, “Falene” e “Partirai”, oltre a un remix di “Occhi Di Serpente” fatto da Tropicantesimo. La title-track è una canzone di undici minuti che tanto deve alle colonne sonore dei film italiani dei Sessanta: Piero Umiliani è sicuramente un punto di riferimento. “Partirai” è la nota più leggera, fortemente influenzata da Battisti. Nel mezzo, il remix di Tropicantesimo — crew di musicisti di Roma Est tra cui Hugo Sanchez — è un’interferenza magnetica nel nastro della cassetta, la cui energia mistica fa scaturire una danza tribale tutto intorno.