WOW, Come La Notte
La Maple Death è un’etichetta che seguiamo dal suo esordio, era il 2015: si muove tra indie fatto-come-si-deve, noise-rock ed elettronica oscura, ma col passare degli anni è stata anche capace di tirare fuori dal cilindro outsider come Krano. Ora è la volta dei romani WOW (pubblicati assieme alla My Own Private Records), per la cronaca il quartetto è già al quinto lavoro, gli ultimi due erano usciti per la 42 Records (Any Other, Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo, I Cani, Giardini Di Mirò). Prendete una voce à la Beth Gibbons, lasciatela cantare parole malinconiche che ricordano Mina e fate suonare il tutto ad un’oscura band degli anni Settanta, vi accorgerete che è così durante l’ascolto di “Niente Di Speciale”, che nel finale ospita una bella coda acid-rock che fa decisamente scena. “Vieni Un Po’ Quì” è invece più una confessione al sapor di anni Sessanta, i ragazzi fanno il verso a certo pop elegante come lo potevano intendere i Divine Comedy, mentre in “Morire Per Amore” pare di riascoltare una Alice adolescente persa tra le nebbie che nascondono una balera in Romagna, stessa sorte per la conturbante “Occhi Di Serpente”: mi piace pensare possa essere una citazione del film di Abel Ferrara, chissà… intanto il brano si lascia ascoltare con enorme piacere e pure con un pizzico di nervosismo, con quelle chitarre stoppate e il ritmo che si fa via via sempre più febbrile.
Come La Notte è un album fieramente vintage, nei suoni, nelle ambientazioni, nello stile compositivo, eppure a suo modo sfugge al canone, trovandone uno proprio che ricorda tutto e niente. È un gran bel disco, c’è poco altro da aggiungere.