WIDE HIPS 69, The Gang Bang Theory
Con un titolo che fa il verso ad una famosa serie televisiva, in perfetta sintonia con lo spirito sfrontato e goliardico tipico della band, le Wide Hips 69 (usiamo “le” per la preponderante componente femminile) tornano a colpire con la loro formula a base di sguaiato garage punk dal forte piglio losangelino, tanto che non è difficile immaginarle coinvolte nella scena della strip a fianco di nomi ormai leggendari di quella stagione a cavallo tra punk e hardcore ben fotografata nel libro “We Got The Neutron Bomb: The Untold Story Of L.A. Punk” di Marc Spitz e Brendan Mullen. O forse è solo una questione di attitudine iconoclasta e scanzonata, puntata dritta verso la distruzione di ogni perbenismo più o meno formale, contraria ad ogni estetica del bel suono e di ciò che va per la maggiore oggi. Chitarre che sferragliano riff micidiali, cori a cavallo tra X e Runaways, attitudine distruttiva alla Germs, qui non c’è nulla che possa far pensare all’Italia del nuovo millennio o alle moderne derive del punk satinato. Eppure è anche tutto irresistibilmente catchy, quasi stiloso nel suo minimalismo compositivo, quattro accordi, batteria up tempo e via a raccontare storie vietate ai minori con quel bollore tipico del soul che non di rado fa capolino tra le note del disco. Non manca neppure un’oncia di glam, quello più pericoloso e dal tasso alcolico più elevato, musica che prende a piene mani dal rock’n’roll e lo ricopre di paillettes e lustrini, ma rivela la vera faccia il giorno dopo, quando un risveglio traumatico mostra il trucco scolato e lascia il sapore di alcol in bocca. Insomma, ancora una volta, siamo di fronte ad un disco tanto fuori tempo massimo quanto irresistibile e a fuoco, cui è difficile resistere e cui rivolgersi quando si è in cerca del giusto propellente per una buona dose di punk verace, verrebbe da dire musica da working class per quella distanza palpabile dallo spirito buonista che vuole mettere d’accordo tutti e non spaventare nessuno. Qui non c’è spazio per damerini e modaioli, quasi ci fosse scritto a caratteri cubitali locals only.