Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

WEAVER, Troubled Affair

Ho già parlato durante gli scorsi anni di Ghost City Collective e progetti collegati. Siamo dalle parti della carboneria, ma paradossalmente il catalogo ha un respiro molto più contemporaneo e internazionale di tanto materiale italiano alternativo più visibile e pubblicizzato.

In questo disco dei Weaver, all’inizio sicuramente notturno, sicuramente noir, sicuramente lynchiano (così mi levo di torno subito i cliché) convivono fisicità (di basse frequenze slabbrate, per non dire proprio di un basso) e incorporeità (di voci, synth e altri strumenti più o meno tra/sfigurati con effetti e altro). Come prendere un ascensore anziché scendere le scale e rendersi conto che questo non si ferma al piano terra, ma che porta giù, da qualche parte dove ammazzano la gente senza motivo. Le cose non sono sempre così claustrofobiche, proseguendo l’ascolto, ma di certo l’accumulo stordente di suoni è una delle armi in mano ai Weaver, e l’utilizzo di campionamenti vocali li mette sulla scia di gente come Kara-Lis Coverdale, LXV, James Place… Che cosa diavolo è Troubled Affair? Un disco potenzialmente della Kranky finito su Denovali? Un disco potenzialmente della Denovali finito su Kranky? Di certo qualcosa di viscoso da cui è difficile uscire una volta entrati.