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WAH ’77, Bet On It

WAH '77, Bet On It

Mi sono apprestato ad ascoltare i Wah ’77 con la convinzione che si trattasse di garage o rock scandinavo, per via del soggetto hot rod, stile Rat Fink, illustrato sulla copertina del loro ep d’esordio Bet On It. Porsi in un mood non consono all’ascolto di un preciso genere potrebbe comportare effetti collaterali pesantissimi, immaginate di mettere su un disco degli Oasis con la convinzione che invece si tratti dei Ramones, come reagireste? ‘Hey! Ho! Let’s…wanderwaaall’ ve lo immaginate?! Bene, a me è accaduto esattamente l’opposto! Con la convinzione di ascoltare qualcosa di simil-Hellacopters, proprio come vi stavo anticipando, mi sono fatto sorprendere e travolgere da un treno in piena corsa e con il freno fuori uso! Punk hardcore 100%, quello dei primordi, circa del 1980 o al massimo del 1981, con un po’ di Zero Boys e un po’ di Raw Power, quello che più invecchia e più ti dà addosso, quello sparato a tutta velocità, senza un attimo di tregua, con un batti e ribatti di cori e ritornelli capaci di trascinarti anche da legato ad una sedia.

Nonostante l’età, i Wah ’77 suonano come dei cazzutissimi sopravvissuti della strada nell’era raeganiana, sanno il fatto loro e non la mandano a dire. Una bella sorpresa, dunque, arricchita ulteriormente dalla provenienza di questo power trio, che prima di leggere le note biografiche avrei collocato tra Indianapolis e Boston e che invece giunge dalla provincia parmense.

Un complimento anche alla Retro Vox per aver puntato su una band di giovanissimi.