VON TESLA, Secure Digital
Marco Giotto è uno dei personaggi che menziono spesso nelle mie conversazioni all’estero, di solito quando mi chiedono di artisti della mia area da tenere d’occhio.
Von Tesla è la decostruzione delle sperimentazioni austere e scientifiche a nome Be Invisible Now! e della breve ma intensa epopea acida del supergruppo Be Maledetto Now!. Rispetto all’elettronica in purezza dei suoi lavori precedenti, i sette file su Secure Digital vivono e sudano in un dancefloor di un futuro molto vicino e concreto, eco della genesi “dal vivo” delle sequenze che sono alla base del disco. Per la prima volta ascoltiamo un prodotto digitale in ogni suo aspetto, segno dell’adesione a un’estetica sempre più vicina a quella del mondo del capitalismo cognitivo in cui Von Tesla vive e opera. Ci troviamo di fronte a una musica che esiste in simbiosi con gli spettatori invasati del rave di Blank, con la tensione dei danzatori di Spline, ma anche con lo spazio immacolato di VUH e l’emozione grezza di Function.
Nel percorso di documentazione del rapporto tra macchina e musica intrapreso da Enklav, SD è un capitolo in cui avviene una comunione tra i bit ed i cervelli delle discoteche del post-Antropocene.