VOID OF SLEEP, Tales Between Reality And Madness
I Void Of Sleep hanno già saputo colpire l’attenzione con l’ep di debutto, ma è con Tales Between Reality And Madness che calano sul tavolo tutte le carte a loro disposizione e si palesano per quello che sono in realtà: una formazione in grado di andare oltre gli schemi usuali e di amalgamare tra loro una serie di ingredienti apparentemente eterogenei. Innanzitutto c’è l’ovvia base stoner, una sorta di collante che tiene insieme i brani e costituisce la spina dorsale dell’album. Su di essa si innesta una robusta nervatura prog, che non può che richiamare alla mente certe aperture care ai Voivod, vissute in maniera del tutto attuale e venate di umori postcore, gli stessi che finiscono col permeare anche la linea di sangue che fa risalire il tutto ai padrini assoluti Black Sabbath. Un simile dedalo di input rischierebbe di rimanere tale se non fosse accompagnato da una personalità ben definita, cui si affiancano preparazione tecnica e scelta dei suoni curate in modo maniacale, cosa che non stupisce visti i musicisti coinvolti nel progetto e le loro passate esperienze. Se proprio si dovesse cercare un filone in cui inserire i Void Of Sleep, si potrebbe far riferimento a una non-scena che lega sottilmente At The Soundawn, Viscera/// e Sunpocrisy proprio per la voglia di uscire dai classici percorsi di routine e il gettarsi lungo una strada assai più complessa eppure ricca di soddisfazioni. Ogni brano assume una sua fisionomia e un suo carattere ben precisi, quasi si trattasse di differenti prospettive da cui osservare una stessa scena, o meglio i possibili svolgimenti di uno spunto iniziale, nei quali gli stessi attori si trovassero a coprire di volta in volta ruoli differenti. Difficile, pertanto, scegliere qualcosa che prevalga sul resto o rappresenti meglio la vera essenza dei Void Of Sleep, una realtà cangiante e poliedrica, intenta ad annodare i fili di più linguaggi, collegati tra loro eppure mai del tutto coincidenti. Quanto finora detto non deve, però, far pensare a un disco ostico o ampolloso, perché le sette composizioni sono prima di tutto solide canzoni ricche di melodie avvolgenti e di intense linee vocali, tanto che si potrebbe addirittura rischiare di trascurare l’enorme complessità delle stesse per concentrarsi sulla loro capacità di insinuarsi in mente e lasciarsi assimilare con estrema semplicità. Il consiglio è di non prendere Tales Between Reality And Madness sottogamba, perché sarebbe davvero un grave errore.
Tracklist
01. Blood On My Hands
02. Wisdom Of Doom
03. The Great Escape Of The Giant Stone Man
04. Lost In The Void
05. Ghost Of Me
06. Mirror Soul Sickness
07. Sons Of Nothing