VIVIEN LE FAY, Ecolalia
Dietro questo nome “esotico” si cela una musicista e artista multimediale che proviene dal giro noise napoletano, lo apprendo dalla cartella stampa che accompagna questo suo esordio su vinile. Ad accompagnarla c’è la caratteristica “aluminium guitar” di Sergio Albano (Grizzly Imploded, Monte Ossa). Ecolalia, sin dalle prime note, fa sostanzialmente riferimento a un paio di idee in musica: una sorta di “italian occult psichedelia” che torna dalla finestra e l’amore per certa elettronica livida cara a Throbbing Gristle e Coil, ve ne accorgerete all’ascolto di “Eve”. Se “Each Point Of A Thought” è come rileggere la band di John Balance partendo però da un’elettronica molto cheap, à la John Carpenter, e l’esperimento può dirsi riuscito, lo stesso discorso si può fare per la title-track, solo che qui il gioco è più scoperto e forse anche un pelo più scontato. Il fascino del disco però resta intatto, Ecolalia è un buon esordio che permette alla ragazza di dimostrare che ha le idee chiare ed oscure al punto giusto. La sua è una forma di elettronica epidermica ed allo stesso tempo glaciale, come una creatura celestiale che attrae e respinge, valga come esempio la discesa agli inferi di “Elim”. E quindi, visto che le premesse sono decisamente buone, mi auguro che Vivien Le Fay possa registrare ancora altri dischi.