VILE CREATURE, Glory, Glory! Apathy Took Helm!
Non conoscevo i Vile Creature. Ho fatto un giretto sul loro sito internet in cerca di informazioni (sì, hanno un sito internet, come le vere rockstar!), ma sono riuscito ad ottenere per lo più immagini animate di gatti panciuti, criceti danzanti e psichedeliche cascate di cuoricini. Avete presente quelle pagine web che si creavano negli anni Novanta in HTML, tutte banner e testi scorrevoli rigorosamente in Comic Sans? A quanto pare la band canadese non ama i moderni web designer e ha comprato il dominio al solo scopo di scandalizzarli.
I Vile Creature sono solo in due, ma fanno casino per quindici: c’è una Lei, batteria e voce, e un Lui, chitarra e voce, anche se la chitarra è talmente dopata di basse frequenze da passare per un basso con un paio di corde in più. Si sono buttati nella mischia dello sludge/doom nel 2015 e nel 2018 sono riusciti a far parlare di loro grazie al promettente Cast Of Static And Smoke. La loro conferma arriva quest’anno con le cinque densissime tracce che compongono Glory, Glory! Apathy Took Helm!, un album che fonde la pesantezza dei Morne, gli incubi sonori dei Primitive Man e un pizzico delle atmosfere oniriche di Chelsea Wolfe.
Anche questo nuovo macigno trova ispirazione nell’attivismo del gruppo a favore delle tematiche di genere, dei diritti delle (cosiddette) minoranze e della lotta contro ogni forma di oppressione, e in questo senso mi sento di interpretare il titolo: la preghiera di una società bigotta e arroccata nei propri pregiudizi, che invoca l’apatia affinché nulla cambi. Rispondono invece i Vile Creature, pronti ad abbattere ogni barriera con il loro sound energico e fangoso.
L’introduttiva “Harbinger Of Nothing” traccia un solco netto tra lo spirito goliardico mostrato dalla band nell’attività social e i paesaggi devastati evocati dalla loro musica: appena Vic inizia a massacrare le pelli e KW a dipingere i suoi titanici riff, capiamo che è arrivato il momento di fare sul serio.
Le progressioni estenuanti e le distorsioni corrosive che caratterizzano i brani ci parlano di un mondo malato, ossessionato dal conformismo e dominato da valori materiali. Non è chiaro se i cori eterei dei due musicisti, che si intrecciano in mezzo al marciume sonoro nelle due tracce conclusive “Glory! Glory!” e “Apathy Took Helm!” (probabilmente una title-track suddivisa in due parti distinte), facciano parte di un rituale volto ad esorcizzare la cancrena o, piuttosto, a celebrare il trapasso di un’umanità ormai senza scampo.
Difficile dire cosa passi nella testa di questa Vile Creatura mutevole, capricciosa ed impetuosa come le forze della Natura. Sicuramente la loro musica è la miglior risposta a coloro che idolatrano apatia e immobilismo.