VILE CREATURE, Cast Of Static And Smoke
Chitarrona lenta e pesante, grida di dolore e rabbia. Il disagio di vivere in un mondo oppressivo è la sorgente della musica dei Vile Creature, duo canadese attivo da quattro anni e arrivato a quota tre dischi con questo Cast Of Static And Smoke. Ci tengono molto a dare un senso politico alla loro musica (si autoproducono, tra l’altro), e senza cadere negli slogan: la tematica del precedente A Pessimistic Doomsayer, ad esempio, era la sofferenza (e il desiderio di vendetta) di chi non si riconosce in una sessualità predeterminata, ma purtroppo è costretto a vivere in una società che vuole piegarci alle sue logiche binarie. Questa volta, invece, i testi sono il depositato di un racconto distopico scritto appositamente dal chitarrista KW. La storia parla di un futuro reso invivibile dall’inquinamento, dove si sopravvive rinchiudendosi in una campana di vetro. Alcuni robot intelligenti, resi schiavi dagli esseri umani, riescono a scappare. Il senso è che per prendersi la propria libertà bisogna essere pronti a pagare un caro prezzo, ma alla fine, per chi ci riesce, c’è un domani promettente. Tutto è scritto con uno stile molto secco, ma alcuni passaggi risaltano, penso a quello in cui l’autore si chiede: “had they left servitude only to become monuments to failure?”. A chi vive una reale marginalità può capitare di porsi questo genere di domande, anche se in questa storia chi si fa prendere dal dubbio finisce per rinnegare tutto.
Per essere in due i Vile Creature fanno parecchio rumore: il disco è composto da quattro lunghe tracce molto scure (siamo su territori doom/sludge, con inserimenti melodici che fanno capolino), dove le urla di entrambi componenti si alternano e si sovrappongono, con la voce della batterista Vic a dimostrarsi potente e espressiva. La traccia più completa, col gruppo che cambia registro diverse volte, è “Forest, Subsists As A Tomb”, mentre la conclusione di “Sky, in Descending Pieces” rappresenta una sorta di happy ending, l’unico momento in cui si respira un po’ di positività.
Dobbiamo ricordarci che “the record was recorded live with one guitar, one drum kit, and two weird queer kids with lofty ambitions!” e che – se è sincero – bisogna apprezzare chi si fa sentire forte perché vuole un cambiamento.