VIETCONG PORNSURFERS, We Spread Diseases
Tornano a far danni i ragazzi terribili partiti dalla Svezia con la macchina del tempo e finiti a gozzovigliare nei vicoli di Los Angeles in piena epoca sleaze. La voglia di far festa e di lasciarsi andare al più selvaggio rock’n’roll è rimasta intatta, la credibilità e il physique du rôle pure, nulla sembra poter fermare questi figli degeneri del Sunset Strip svezzati a bourbon e lap dance, distanti anni luce da qualsiasi tentazione o posa fighetta perché troppo selvaggi per lasciarsi domare, men che meno addomesticare. Si pensi a un concentrato di NY Dolls, Hanoi Rocks e Faster Pussycat, su cui innestare una massiccia dose di sporcizia punk e tiro motörheadiano, nonché una potente iniezione di scatenato rock’n’roll svedese, tutto portato all’esasperazione, tutto sparato a mille con un suono che a tratti ricorda la motor city per eccellenza e promette delirio e follia dal vivo. Nessuna deviazione, nessun tentativo di modernizzare la formula, ma neanche la triste patina di chi cerca di suonare cattivo fuori tempo massimo, magari giocandosi la carta nostalgia: i Vietcong Pornsurfers danno l’impressione di non essersi nemmeno accorti del trascorrere di anni e decenni, figurarsi del cambio di millennio. Loro sono qui e ora a suonare rock’n’roll come non ci fosse un domani, ignari del fatto che tanti giovani indie hanno tentato di apparire lo-fi e flirtato con il garage, impassibili all’evidenza che sarebbero potuti diventare persino cool, solo fossero stati meno realistici nel loro sbattersene di tutto e tutti. Dodici anthem che si concludono con un titolo emblematico. In fondo, dobbiamo tutti bruciare, l’importante è farlo divertendosi.
Tracklist
01. Marcel
02. Dead Track
03. The Best Song
04. Selfdestructive
05. Make You Hate
06. First High
07. I Hate Your Band
08. Just Another Crime
09. Don’t Look Back
10. Diseases
11. Add
12. We Gotta Burn