VERWOED
Per poter meglio comprendere il lavoro di Erik e l’universo che ha definito con Bodemloos ho deciso di porgli qualche domanda.
Il primo nome che hai scelto è stato Woudloper. Ho cercato di tradurre questa parola in italiano e ho scoperto che si riferisce ai banditi che vivevano nella boscaglia. Hai successivamente modificato il tuo nome in Verwoed, che significa “furioso”. Sembra che i nomi che hai scelto vogliano simboleggiare una sorta di esclusione. Anche il titolo dell’album, “Bodemloos”, si riferisce a qualcosa senza radici, a qualcosa che manca di un finale. Questa cosa si riflette anche nei titoli delle canzoni. Vuoi parlarmi del significato delle parole che hai usato?
Erik B.: I titoli delle canzoni sono in olandese, ma i testi sono in realtà in inglese. Tranne “Leegte”, la terza canzone dell’ep, che è in olandese. La musica e le parole si fondano sulla coscienza del fatto che adagiarsi nelle acque poco profonde della vita non potrà mai sottrarci al dovere assoluto e inevitabile del camminare su questa terra. Sono canzoni di fuoco e di morte, canzoni piene di amore per la bellezza della follia, del caos e per la fine inconfutabile di tutte le cose viventi.
Il fatto che sei una one-man band riflette i temi di vuoto e di solitudine di cui abbiamo parlato? Ho letto che dal vivo suonerai con una band di cinque elementi.
Quando ho deciso di registrare il materiale che avevo scritto, non ho mai pensato che sarebbe diventato qualcosa di più di una registrazione privata, solo per me. Ci è voluto molto tempo per sentirmi a mio agio nel pubblicare la demo online. E un tempo ancora più lungo tempo per decidere in quale modo suonare questo materiale live. Alla fine portare questo disco sul palco consentirà ad altri, probabilmente a persone che la pensano allo stesso modo, di partecipare a questa follia.
Credo che per capire il tuo pensiero sia anche necessario avere alcune informazioni sull’artwork, creato da Joost Vervoost. La prima volta che l’ho visto, ho pensato all’arte visionaria di Zdzisław Beksinski. Era un artista solitario e timido, che ha messo al centro della sua opera il nichilismo, l’agonia, la morte. Ho pensato anche allo scrittore Emil Cioran. Mi parleresti di come è nata l’idea per questa copertina?
Non ho mai dato a Joost delle istruzioni per l’artwork. Lui è un grande artista, e anche un ragazzo fantastico, che semplicemente “è entrato nel disco” solo ascoltando la musica. Nel momento in cui mi ha mandato la bozza a cui stava lavorando (prima per la demo e più tardi per Bodemloos), ho completamente perso la testa. Lui ha catturato tutto ciò che è Verwoed in una singola immagine.
Il tuo lavoro è sicuramente collocabile nel black metal classico, ma nelle tue canzoni ho trovato qualcosa di innovativo, di immaginifico. L’album mi sembra quasi un percorso, una lenta discesa nel nulla. Mi sembra inoltre che tu abbia sperimentato un sacco, c’è psichedelia nelle tue canzoni. C’è qualche band o qualche artista che ti ha influenzato dal punto di vista compositivo?
Tutto ciò che hai visto, sentito o qualsiasi esperienza tu abbia vissuto ti influenza, consapevolmente o inconsciamente. Menzionare random alcune band, sarebbe troppo semplice. Ovviamente alcune band black metal, da Venom a Mayhem o i Malign e i Deathspell Omega, hanno avuto un enorme impatto su di me come persona, e quindi inevitabilmente anche sulle mie attività musicali. Non c’è in realtà molta musica che io non apprezzi, fintanto che proviene da un luogo reale.
Che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Un nuovo cambio di nome per un nuovo album?
Ho registrato del nuovo materiale per uno split imminente. Ci saranno anche diverse apparizioni dal vivo, annunciate a breve. Verwoed è Verwoed. Non ci sarà un cambio di nome.
Bodemloos è acquistabile su Argento Records. Fino al 7 luglio sarà disponibile un pre-order con un’esclusiva edizione limitata avvolta in tessuto di lino nero e sigillata con l’emblema di Argento Records.