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VENTA PROTESIX, Anni Di Masturbazione

Venta

Certo che, guardando l’immagine che lo ritrae in copertina, Italo Belladonna ha proprio il volto stanco e sciupato di chi ha alle spalle tanti anni di masturbazione. Questa raccolta di ben venti tracce, scelte da lui stesso, è di fatto un’eiaculazione ancora non conclusa, un piacevole orgasmo che ha avuto inizio nel 2008. Riprendendo alcune parole della sua intervista, per curiosità ho azzardato un esperimento, cioè far sentire il disco a qualche mio collega di lavoro, per constatare se davvero questi rumori digitalizzati provocassero vomito, cefalea e disgusto. Dal black-metallaro all’indie-rocker le reazioni sono state quelle e per di più ogni traccia veniva skippata dopo i primi venti secondi. Conscio del prodotto e del viaggio mestruo/auricolare che mi aspettava, io invece l’ho ascoltato tutto, più che altro per rilevare se ci fossero differenze di stile o di impostazione lungo il percorso di Venta Protesix. Non le ho trovate, ma questo è un bene, poiché se la linea guida è quella di infastidire, allora lo sta facendo a regola d’arte, storpiando quelle che sembrano fastidiosi ringtone amplificati, segreterie telefoniche morbose e ruvide, memobox ricoperti di glassa glitch, Pachinko e distorte suonerie Nintendo, rimandi pornografici e chiptune videogiochi anni Ottanta. E se dopo tutti questi brani vi steste preoccupando di rimanere ciechi, allora potete farvi una sveltina o qualcosa di più rapido con le due tracce “Video Box Masturbation” e “Futanari Princess”, entrambe presenti nel vinile 7” (300 copie) dall’artwork ovviamente tutto rosa, uscito quasi in contemporanea grazie all’approvazione di Lonktaar, Dry Lungs, Cipher e Underground Pollution. È un’ipotesi, ma da masturbante veterano del gioco Arkanoid, probabilmente i rumori Venta Protesix non m’infastidiscono proprio perché già subliminalmente incorporati e incatenati nella spirale del Dna. Infine, una sciocchezza legata al mio gusto: mi piacerebbe sentire più scream… sì, quegli urlacci al femminile tipo miss Violetta Beauregarde.