VENTA PROTESIX, 非虐性愛のオタク 「Higyakuseiai No Otaku」
“Noi giapponesi pensiamo all’Italia come a un posto piacevole e carino ma, al contrario, le noise-band italiane sono parecchio oscure e truci. Perché?”
domanda di un giapponese rivolta ad Atrax Morgue
Decenni passati a insegnare come far rumore a tutto il globo e mai, a memoria, che a un giapponese fosse venuta l’idea di mischiare noise e tutto il mondo delle sottoculture – diciamo – “otaku” (in realtà qualcosa di simile, ma molto più vicino a un punk meltbananesco, è stato tentato dai BiS kaidan, combo degli Hijokaidan e del gruppo rosa pop idol Brand-new idol Society). A questo ha pensato l’italiano Venta Protesix (al secolo Italo Belladonna) col suo laptop, anche se quello di Higyakuseiai No Otaku sembra più un rudere attaccato a un modem 56k e infestato da dei software noise per 16-bit (praticamente Merzbow che gioca all’Atari), pieni di glitch come nemmeno un Programma 101 nelle mani di Aoki Takamasa o Pita.
Lo sappiamo, esiste nel mondo isolazionista e ipocondriaco dei nerd giapponesi una sorta di immedesimazione feticista e autoreferenziale con le tecnologie e le realtà virtuali scaturite da esse, un po’ come succede con la metafora sociologica di Shinya Tsukamoto “Tetsuo”, in cui uomo e macchina, realtà e incubi, si fondono assieme in un’orgia auto-erotica di carne e ferro (“Compulsive Masturbation Is Ruining My Life” sembra dare questi indizi). L’immaginario cinematografico di Italo, però, non è solo quello truce del piccolo cult di Tsukamoto, ma è anche quello pervertito, malato e scabroso dei “pinku movie” (o “eiga” che dir si voglia): se a qualcuno questo genere di film dovesse sembrare così inconciliabile col noise, sappia solo che i primi passi della ex C.C.C.C. Mayuko Hino furono mossi proprio nel campo del cinema di stampo “ero guro” (“Serial Rapist”, ad esempio). Idealmente, a grandi linee non siamo nemmeno troppo lontani da quanto fatto in questo campo da diversi italiani (in ordine di tempo ricordo solo uno degli ultimi lavori di L.C.B., Aesthetics Of A Good Pornographer) che in fin dei conti non è altro che un prosieguo sulla falsariga dell’oltranzismo power electronics di episodi come I Vizi Morbosi Di Una Giovane Infermiera, Some Whores And A Camera Zaibatsu o Orgies Of Crime). Il connubio, quindi, in un modo o nell’altro è sempre esistito soprattutto in una cultura a suo modo così contraddittoria come quella giapponese, stavolta però vista da fuori, ma con una coerenza e conoscenza delle sue eventuali stratificazioni (i numerosi cut-up disseminati per l’ascolto ne sono la prova) tali da far credere che Venta Protesix gli occhi a mandorla un po’ ce li abbia.
Bene, so che chiunque abbia concluso la lettura di quest’articolo si starà già ponendo la mia stessa domanda: genialata o trashata incredibile? Sappiate solo che la conclusiva ” ♥ブラヴァ♥” è una specie di cover di Mina (a quanto pare non piace solo a Onuki e Agata)… e questo mi fa propendere per la prima delle due ipotesi.