VENOMOUS SKELETON, Drowning In Circles
I Venomous Skeleton non vinceranno il premio per il nome più fantasioso dell’anno. Terminate tutte le parole sufficientemente death metal disponibili nel vocabolario, siamo passati alla fase due: i nomi composti da due parole o le crasi. Peccato che il vocabolario metal sia piuttosto limitato, quindi dati i termini Blood e Death avremo i Bloody Death, i Deadly Blood, i Bloodeath… Comprendo che il problema non sia secondario, vista la proliferazione virale di gruppi in corso nel mondo a cui i vocabolari non riescono a tener testa. I nostri Scheletri Velenosi sono praticamente i Sonne Adam che hanno cambiato nome. I seguaci del metal estremo ricorderanno sicuramente il gruppo israeliano perla sua breve militanza su Century Media nel periodo in cui l’etichetta aveva deciso di baloccarsi con gruppi death metal vecchia scuola militanti nella scena più sotterranea. Evidentemente qualcosa non ha funzionato, così, dopo essersi passati a vicenda qualche strumento, rieccoli in versione aggiornata. Il confronto è inevitabile, ed effettivamente si nota una certa continuità. I Sonne Adam erano più votati alla lentezza, e in questo mi hanno sempre ricordato i Morbid Angel in tutti i loro pezzi non basati sulla velocità, anche se nei fatti tutti li hanno sempre paragonati ai Necros Christos. Ogni tanto, però, di qua e di là inserivano delle accelerazioni. I Venomous Skeleton ribaltano l’approccio, le parti rallentate, piuttosto Sonne Adam-iane, cedono spesso il passo ad accelerazioni che portano gli israeliani su strade, ahimè, ormai affollatissime. Non che manchi la maestria, ma mi sembra di sentire sempre il solito gruppo da un po’ di tempo a questa parte, sempre questa rivisitazione degli Incantation affogata nel riverbero. Certo, il metal vive di stilemi, ma essere personali usando degli stilemi è proprio la doverosa sfida. Diciamo che qua si gioca sul sicuro. Visto che questo approccio al death metal è sempre più popolare, sono certo che in molti avranno di che gioire, e in questo senso consiglio l’acquisto del disco. Direi che i Venomous Skeleton non sono né migliori né peggiori di tanti altri: non pretendo di sentire ogni giorno dei nuovi Incantation, ma almeno dei Cruciamentum, o addirittura dei Dead Congregation, beh, sì, sarebbe bello.