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Venezia Hardcore 2019

Marghera, Centro Sociale Rivolta, 10-11/5/2019.

Vi abbiamo già raccontato il Venezia Hardcore, diventato da qualche anno uno degli appuntamenti irrinunciabili per chi ascolta l’hardcore punk in ogni sua sfumatura, visto che una delle sue caratteristiche principali è quella di ospitare senza pregiudiziali di sorta band assai differenti per approccio e stile: quest’anno, ad esempio, sotto lo stesso tetto c’erano Satanic Surfers e Celeste, Siberian Meat Grinder e Nabat.

L’edizione 2019 ha coinciso col tentativo di trasformare il “riscaldamento del venerdì” in una vera e propria prima giornata, con ben undici concerti distribuiti su due palchi. La scelta era rischiosa, perché chi è già stato al Fest in passato sa bene che viverlo comporta un grosso dispendio di energie e perché la presenza di una ventina di band nella giornata di sabato avrebbe potuto saziare anche i più esigenti. Invece, l’azzardo di proporre nomi di tutto rispetto e di giocarsi la carta dei francesi Celeste ha ripagato, perché molti hanno deciso di fermarsi per l’intero weekend, tanto che sin dall’apertura con i Northwoods a ora di cena c’era già un buon numero di persone, destinato ad aumentare fino a prendere di sorpresa chi si aspettava una partenza più in sordina: la serata è stata un crescendo fino alla conclusione con gli O (di cui ci siamo occupati spesso). Del resto, come si diceva, il menù anche a questo giro era ricco, anche in senso geografico: Giappone (Mustang e Deathside), Stati Uniti (The Primals), Russia (Siberian Meat Grinder), Israele (Not On Tour), senza dimenticare l’ampia rappresentanza europea con Svezia (Satanic Surfers), Germania (Slope), Regno Unito (Brutality Will Prevail), Olanda (Deathtrap) e la già citata Francia (Celeste, appunto)…

Difficile pensare, insomma, a questo festival come a un appuntamento locale o inferiore ad altri grossi eventi internazionali, anche perché la location, della quale vi abbiamo già parlato molto gli anni passati, continua a crescere in termini di attrazioni e stand, tra dischi, maglie, libri, cibo, organizzazioni ecologiste e quant’altro possa attrarre l’interesse dell’avventore medio, compresa la possibilità di cimentarsi con i videogiochi di Giochi Penosi, il cui spazio è stato letteralmente preso d’assalto. Questa varietà di contorni ha reso le sale dei concerti “abbastanza” frequentabili e ha semplificato le cose nel momento in cui bisognava scegliere in che modo non finire per far le trottole tra i due palchi. Questo, ovviamente, fino a un certo punto, visto che arrivava sempre più gente, merito della furia degli Hobos, della follia sopra le righe dei Siberian Meat Grinder, del rock’n’roll al fulmicotone di Lucio degli Upset Noise con i Methedrine, dei classici per tutte e stagioni dei Nabat (che hanno ironizzato sul tormentone “fate i Nabat”), dell’energia contagiosa dei Not On Tour, con punte di vera e propria calca per via di alcune chicche, ad esempio le reunion spot (eventi ad hoc per l’occasione) dei romani Payback e To Kill oppure i Satanic Surfers a concludere tutto in modo trionfale. Citiamo, ovviamente, quei concerti a cui siamo riusciti ad assistere, senza nulla togliere ai molti altri gruppi che hanno partecipato a questa vera e propria maratona all’insegna del punk. Non serve nemmeno scriverlo: ci rivedremo al Rivolta tra un anno, per ora gustatevi qualche scatto della serata per cui ringraziamo il gentilissimo Francesco Dose (Instagram, Facebook).

 

Hobos
Hobos
Deathtrap
Deathtrap
Methedrine
Methedrine
Methedrine
Methedrine
Brutality Will Prevail
Brutality Will Prevail
Siberian Meat Grinder
Siberian Meat Grinder
Siberian Meat Grinder
Siberian Meat Grinder
Nabat
Nabat
Nabat
Nabat
To Kill
To Kill
To Kill
Not On Tour
Not On Tour
Not On Tour
Not On Tour
Satanic Surfers
Satanic Surfers
Satanic Surfers
Satanic Surfers