VALERIO COSI, The Aqueduct Walk
Valerio Cosi è un musicista che ha esplorato il suono da più parti nell’ultimo ventennio. Partendo da Taranto per Berlino e aprendosi a un mondo sonoro spesso condiviso, aperto, votato alle ampiezze anche cosmiche piuttosto che al suo orticello. Facendo questo si è costruito però un’impronta, un suono che in questa lunga traccia di 33 minuti, la passeggiata dell’acquedotto, è predisposta per essere fruita in movimento e si suppone quindi arricchibile con quanto i nostri occhi vedano durante il percorso. Inizia con una lieve afflato cosmico per poi inasprirsi in un incedere sempre più acido ma in maniera molto primitiva, semplice e funzionale. I riferimenti (fra gli altri) al primo Battiato in questo senso sono parecchio pertinenti, tanto che i camminatori potrebbero essere facilmente spinti a baccagliare in campo aperto, creando splendidi happening semoventi. Musica cosmica, krauta, suadente e sintetica, una vera e propria suite prog – così come la descrive in maniera divertente il suo autore – che da quella musica prende sicuramente la capacità di guardare oltre, creando paesaggi immaginari. Valerio stratifica i suoni unendo scintillii e rombi profondi, giocando con onde e vibrazioni senza stordire ma piuttosto magnificando le sensazioni, acuendole e portandoci in giro con sé. Quando partono i bassi intorno al 21esimo minuto le mani e le gambe viaggiano libere verso una danza spiritata e continua. Ci sono momenti di calma posata, di campi larghi pianistici e visionari, del godimento del riposo raggiunto un punto panoramico, il cinguettio degli uccelli. Potrebbero essere all’incirca tre chilometri in ogni stagione, all’esterno, su un tapis roulant oppure soltanto con la mente. Un viaggio arricchente, caldo e personale. Provateci, ne godranno anima e corpo.