VALBORG, Werwolf
In attesa di dare in pasto ai fan il sesto album della loro carriera, il terzetto tedesco dei Valborg omaggia questi ultimi con due pezzi pre-Romantik (loro ultimo album in studio) che fino ad ora potevano essere ascoltati solo durante le esibizioni dal vivo della band, questo anche sull’onda di richieste che sono arrivate dal basso.
I Valborg suonano un depressive progressive doom con una pennellata di death metal nel cantato. E sono, lasciatemelo dire, davvero bravi in ciò che fanno. Riescono infatti a costruire pezzi molto incisivi, portando l’ascoltatore a una catarsi interiore, alla trasfigurazione del proprio io al fine di raggiungere le percezioni intellettive più ampie possibile. Il loro sound è come entrare in una fredda e oscura cattedrale in mezzo al nulla e perdersi completamente nel contemplare gli affreschi che vi sono contenuti, finendo per smarrire anche la cognizione dello spazio e del tempo. I due brani qui presenti sono due lente e inesorabili cavalcate verso l’ignoto più profondo e nero, ideale rappresentazione della parte di noi stessi più nascosta e sconosciuta. Tristi note che si susseguono l’una dopo l’altra in un gioco deviato verso lidi sconosciuti, in cui una voce profonda e minacciosa dipinge paesaggi di depressione umana, quella che prima attraversa l’esistenza di tutti noi.
Dopo quest’assaggio vi verrà voglia di scoprire anche le altre release della band, in attesa del nuovo capitolo della saga.