VAINIO & VIGROUX, Peau Froide, Léger Soleil
Ho seguito Vainio dopo i Pan Sonic e ho conosciuto Vigroux grazie a Centaure, uscito sempre per Cosmo Rhythmatic, sorella di Repitch Recordings (Shapednoise + Ascion + Davide Carbone). Ho finito lo Jägermeister, messo il paradenti, poi le cuffie ed è partito Peau Froide, Léger Soleil. Credevo di uscirne con la bocca spaccata, però questi due, che avevano già collaborato assieme dal vivo e che al momento sembrano quasi identici come estetica, non attaccano solamente, perché sono anche grandi tessitori di atmosfere. Posto che Vainio ha raggiunto livelli di eccellenza con le sue collaborazioni e che ÄÄNIPÄÄ non si batte, qui c’è un sacco di materiale con cui divertirsi: “Deux” (pure “Soufflex”, almeno all’inizio) è quello che t’aspetti, tra scenari inquietanti, scariche elettriche e beats fragorosi e punitivi; “Mémoire”, “Mutant”, “Ravages”, invece, non sono aggressive e funzionerebbero bene come colonna sonora di qualche film di fantascienza cupo e urbano degli anni Ottanta (dico “Terminator”), mentre “Man” e “Le Souterrain”, ugualmente “ambient”, hanno un non so che di spaziale. Se, come penso, la chitarra è spesso la sorgente sonora, ecco che “Parabole” potrebbe essere vista come la loro versione degli Skullflower, laddove “Le Crâne Tambour” è il loro apocrifo dei Cabaret Voltaire altezza The Crackdown.
La copertina ha già fatto il giro di internet, ma non è la cosa più bella del disco.
Tracklist
A1 / 01. Deux
A2 / 02. Mémoire
B1 / 03. Souffles
B2 / 04. Mutant
C1 / 05. Ravages
C2 / 06. Man
C3 / 07. Parabole
D1 / 08. Le Couterrain
D2 / 09. Le Crâne Tambour