VAINAJA, Verenvalaja
I finlandesi Vainaja suonano un doom death metal complesso e orchestrale, che sicuramente non vi lascerà indifferenti. Pescano dal death dei primissimi anni Novanta e lo rallentano col doom metal, creando un monolite massiccio e scuro. La voce è bassa, profonda e gutturale, e decanta testi ispirati ad un misterioso tomo (chiamato “Verenvalaja“, in cui si narra della resurrezione come non morto proprio dell’autore) scritto da Wilhelm Waenaa, un mistico finlandese vissuto parecchi secoli fa. Il misticismo di questo testo è esattamente il cardine attorno a cui ruota la seconda prova dei Vainaja, che ci proietta in un mondo tenebroso ma molto affascinante. Ecco perché mi sento di scrivere che questo è in tutto e per tutto un concept album, suddiviso in sei capitoli per i quali la band crea un contesto magico e profano. Dal punto di vista musicale ci troviamo di fronte a una vera e propria opera d’arte: la stratificazione dei riff è in grado di produrre un tessuto sonoro variegato, costruendo un impianto di qualità eccelsa e ineccepibile. Il lavoro della sezione ritmica è quanto di più maestoso si possa trovare oggi nel genere: magnifico e ispirato.
Non è affatto semplice amalgamare due generi così diversi come il doom e il death metal. Il primo sposa una certa componente nevrotica e poetica, il secondo sprigiona violenza e immediatezza. I Vainaja hanno trovato il perfetto punto di equilibrio, creando un sound caldo ma allo stesso tempo glaciale, feroce ma allo stesso tempo quieto. All’insieme si aggiungono cori di voci eteree, che contribuiranno a farvi risucchiare in quel vortice di magia e misticismo prodotto dalla band.
Un album completo e complesso, che – se approcciato nel modo giusto – potrebbe allargare i vostri orizzonti musicali e arricchirvi un po’.