URNA, Cauchemar
Del partenopeo Gianluca Martucci ci siamo occupati varie volte, è in giro da una decina d’anni, e con all’attivo pure un paio di lavori per l’etichetta del mai dimenticato Marco Corbelli (Atrax Morgue, Kranivm), la Slaughter Productions. Questa nuova cassetta per la bolognese Yerevan Tapes si divide equamente in due pezzi per lato, tutti dall’afflato funereo e dall’incedere strettamente ritualistico. Chi si muove in certi territori sa che stiamo parlando di composizioni eteree ma allo stesso tempo porose e “pesanti”, quindi è preparato alla messa in pratica da parte di un officiante silenzioso e poco incline alla comunicazione, gli strumenti utilizzati sono i soliti: zither, percussioni varie, flauto, shruti box, e via elencando. L’interessante “A Worm In My Bed” è emblematica: parte trasognata, poi d’incanto il suono s’ispessisce e minaccia di tagliare contemporaneamente gole e sinapsi. “Alp” invece, che apre il secondo lato, è più sacrale, ha dalla sua quelle che sembrano delle strane, e spettrali, presenze che si aggirano in un’enorme chiesa abbandonata, alternate a lancinanti note acute che sono come aghi infilati nella testa. L’apertura di “Umbra” e la chiusura della title-track sono invece il classico suggello di una pubblicazione mirata agli appassionati del “genere” (ai quali consigliamo in maniera particolare questo Cauchemar).