URN, The Burning
I finlandesi Urn non sono certo un trio di intellettuali (basta ascoltare l’intro “Resurrection”, con gemiti femminili che conducono a un satanico orgasmo). Il loro basico ibrido tra thrash, death e black metal primordiale ce li ha resi però subito simpatici.
Giunto al quarto disco, il gruppo è perfettamente conscio di non poter vendere camionate di dischi, ma se ne frega allegramente e tira dritto come un tir impazzito. The Burning non si discosta per niente dai tre capitoli precedenti: ignorante, caciarone, suonato nei limiti della decenza. In pratica, è come trovarsi davanti ai Venom o agli Hellhammer, senza quel misticismo che li accompagnava trent’anni fa e con un bagaglio strumentale decisamente migliore. Sì, perché gli Urn si rifanno a loro, con riff maligni e sferraglianti, una ritmica ripetitiva e ossessiva e tanto, ma tanto alcool in corpo. Il risultato finale è completato da assoli veloci, ben fatti e molto semplici.
Una voce bastarda, corrotta dall’eccesso di sigarette (e chissà cos’altro), rauca e catramosa vi condurrà nella perdizione più totale, declamando testi che celebrano il sesso più sporco e sfrenato, l’apocalisse, l’odio, la guerra e lo schifo più assoluto. L’uso poi della doppia cassa abbinata al blast beat, gli stacchi e in generale l’atmosfera lussuriosa e volgare che viene evocata, rendono questo loro nuovo capitolo molto godibile. Non manca anche un certo gusto per le parti melodiche (vedi il brano “Wolves Of Radiation”), ma per il resto è un’orgia di violenza pura.
Niente di trascendentale, per carità, ma fossi in voi una mezz’oretta in loro compagnia la passerei.
P.S. Per chi scrive, vedere immagini in copertina di preti che bruciano all’inferno è sempre fonte di immensa gioia.
Tracklist
01. Intro – Resurrection
02. Celestial Light
03. Hail The King
04. Morbid Black Sorrow
05. Sons Of The Northern Star
06. Nocturnal Demons
07. Wolves Of Radiation
08. All Will End In Fire
09. Falling Paradise
10. The Burning