UR DRAUGR, With Hunger Undying
I tre Ur Draugr (*), australiani, hanno tirato fuori un discone d’esordio. Penso che tutti li considerino black/death metal, ma che siano anche coscienti della componente prog dei pezzi. La sfida, in questi casi, dato che il genere di partenza nasce tutto tranne che tecnico, è restare feroci. Loro ci riescono senza dubbio e la cosa fa il paio col tema testuale dell’album, che andrebbe decodificato per bene e che sembra essere una critica all’antichissima scelta dell’uomo di diventare stanziale, sedentario, e dunque smettere di essere cacciatore.
With Hunger Undying si presenta con l’artwork eccezionale di Jeff Christensen, uno che spero guadagni da vivere solo disegnando copertine di libri fantasy e di fantascienza, poi scaglia un quantitativo impressionante di buoni riff, accompagnati da una sezione ritmica potente (ma con delle idee) e una voce assolutamente all’altezza del resto. Ci sono passaggi più elaborati e meno aggressivi, che però lasciano l’atmosfera malsana così com’è, e anche frangenti acustici per respirare e meditare. Questa è gente che sa costruire i brani, prendere per mano l’ascoltatore, mantenerlo sempre sveglio e curioso, e portarlo dentro il proprio mondo. Ho letto alcuni paragoni veritieri: ci sta per forza quello con gli Enslaved (il black metal, il folk, il prog, la voce…), ma anche quello con i Deathspell Omega o con il death insalubre e complesso degli Ulcerate, nel senso che sì, c’è l’impatto, ma anche un sapore amaro e nauseante che gioca a favore di With Hunger Undying. Si tratta di similitudini buone per tentare di maneggiare questo disco, ma è giusto specificare che un giorno gli Ur Draugr potrebbero guardare tranquillamente negli occhi i nomi più grossi che ho tirato in ballo. Staremo a vedere.
* “Ur” nel senso di primitivo/primordiale, “Draugr” inteso come “non-morto” nella mitologia norvegese.