Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

UNSANE, Sterilize

Cinque anni separavano Wreck da Visqueen e cinque anni sono passati prima di poter ascoltare Sterilize, ancora una volta su un’etichetta differente, prima Ipecac, poi Alternative Tentacles, oggi Southern Lord. Del resto, il trio ha sempre attirato l’interesse delle realtà più in vista, Matador, City Slang, Amphetamine Reptile, Relapse, una vera e propria parata di mostri sacri. Basta premere il tasto play per avere la sensazione che non sia passato un giorno, il leone ruggisce ancora con tutta la rabbia che ha in corpo, le chitarre si contorcono e la sezione ritmica asfalta ogni cosa. Volevate sapere se gli Unsane si sono imbolsiti e hanno ritratto le unghie? La risposta è chiara e arriva già con “Factory”, apertura da manuale per un album che ci mostra una band saldamente seduta su di un trono conquistato partendo dalla strada nel 1988, anno di fondazione… ce ne fossero di vecchietti in grado di darti un pugno sullo stomaco con tale veemenza. Sterilize, poi, non è nemmeno un disco fotocopia o un giocare sul sicuro, come ben dimostrato da alcune aperture ad elementi esterni e dalla voglia di dare maggiore respiro alla scrittura (cfr. “Distance” o la conclusiva “Avail”), pur nel suo mantenere ben vivi i tratti distintivi di un sound che ha ben pochi rivali e nel richiamare alla mente i momenti più ispirati della discografia del gruppo. Questo dimostra senza ombra di dubbio come sia ancora forte la voglia di comporre musica per il piacere di farlo e nessuno sia in cerca di scuse per andare in tour e riproporre i classici cavalli di battaglia. Perché, a dirlo senza paura di passare per fan in tempesta ormonale, Sterilize è ispirato e all’altezza dei predecessori, persino superiore ad alcuni episodi meno a fuoco. A breve saranno in tour da queste parti e, al solito, varrà la pena vederli in azione sul palco, non tanto per capire come suoneranno questi brani dal vivo, ma nella certezza (e chi parla li ha visti ben sei volte) che un concerto degli Unsane è sempre un’esperienza unica nel suo genere. Tanto vi basti.

Nel momento in cui andiamo on line, l’album è in ascolto qui.