UNLEASHED + MERCILESS + GRAVE, 15/9/2017
Stoccolma, Kraken.
Sono da una settimana in Svezia e mi arriva notizia di un concerto imperdibile, una di quelle cose che ogni turista in cerca di esperienze tipiche non può farsi scappare, tipo mungere una renna in un villaggio Sami, bere Absolut o mangiare smörgåsbord, ma forse un po’ meglio. Tripletta di leggende svedesi, gruppi che hanno gettato le basi del death metal e scritto le pagine della storia della musica estrema svedese (raccolte, tra l’altro, in Swedish Death Metal, Tsunami, 2012, unica vera guida, oltre a quella del Touring, della quale si ha bisogno per un giro nella più estesa nazione scandinava).
Parto presto dalla mia base a nord di Stoccolma, decido di tagliare a piedi la capitale per godermi i paesaggi ancora inesplorati e le periferie impervie, in un’ora e mezza attraverso Norrmalm e le isole di Gamla Stan e Södermalm, quest’ultima infinita. Vicino al celebre Ericsson Globe, impianto sportivo, in un edificio apparentemente innocuo ha sede il Kraken, a quanto pare uno dei luoghi di raccolta della scena metal, e non solo, di Stoccolma.
I Grave cominciano puntualissimi. Entro che hanno appena attaccato e subito vengo assalito dal suono brutale dei quattro di Gotland. Le mie prime impressioni, non ho molto tempo per guardarmi intorno, riguardano l’ottimo impianto e i suoni cristallini che la venue quasi impone alle band, e i Grave sembrano apprezzare: il loro è uno show professionale, sul palco sono tutti veterani e sanno bene sia come tenerlo, sia come rendere il più purulente possibile le note, in particolare basso e batteria, che compongono le loro tipiche melodie scure. Avevo già visto questo gruppo in tour coi Marduk anni fa a Bologna, ma devo dire che non mi avevano colpito particolarmente, in questo caso invece il fatto di suonare “in casa” dona loro una carica diversa e canzoni come “Into The Grave”, in chiusura, li conferma come una pura emissione di energia negativa.
Sono i Merciless ad avermi convinto più degli altri a partecipare a questa serata: a mio avviso sono l’espressione massima dell’ibrido metal estremo/attitudine rock ‘n’ roll. Molto più semplici nel presentarsi dei Grave, i Merciless hanno al seguito un bel gregge di fan pronti all’autodistruzione, attività che ha reso celebre anche la band. Suoni duri e crudi che puzzano di putrefatto. “The Land I Used To Walk” abbatte le ultime resistenze e l’aria si fa stantia e depravata. “Cleansed By Fire” vede salire sul palco un ospite d’onore: Jörgen Sandström (Entombed, Grave, Nasum e mille altri): vi lascio immaginare questo duetto a cosa abbia dato vita (?), due voci una più posseduta dell’altra. Il primo gruppo ad aver firmato per Deathlike Silence rende onore a quest’ultima anche con dei pezzi usciti su The Awakening come “Realm Of The Dark” o “Pure Hate”, ma è con “Unearthly Salvation” che il pit prende vita e, anche se non esploderà mai, non muore neanche. I Merciless, appunto, non hanno pietà, toccano tutti gli album con “Branded By Sunlight” e portano qui ritmi oscuri e festosi che devono molto a Venom e Bathory, chiudendo con un manifesto come “Pure Hate” (ma regaleranno lo stesso le bacchette al pubblico).
L’affluenza è massiccia, metallari di ogni tipo si sono radunati per questo evento nazionale, fa piacere vedere ancora magliette dei Mefisto, indice di una storia non dimenticata ma è anche vero che il logo degli Unleashed è trionfante su chiodi e smanicati. Ogni band ha la propria ben fornita distro e altri si sono presentati con raccolte di dischi e magliette a spargere il verbo. Due bar, uno per il nettare degli dei, l’altro per qualcosa di più forte ma non altrettanto soddisfacente. L’atmosfera è frizzante, il pubblico non sta più nella pelle e inizia a inneggiare all’ultima band della serata, che non si fa attendere troppo.
Dopo un’introduzione che gela per pochi secondi la stanza, gli Unleashed travolgono la folla scagliando i loro macigni death metal. Anche loro precisi e professionali, cercano di coinvolgere il pubblico e presto i singalong prendono il sopravvento, ad esempio durante “This Is Our World Now” o “Don’t Want To Be Born”. C’è da dire che durante gli anni Zero la band di Stoccolma ha reso il proprio sound più approcciabile, e rimanendo sempre pesante nei testi e nelle linee di basso, ha comunque optato per una fruizione più immediata dei suoi pezzi, in particolare se comparati a quella dei due gruppi precedenti, mantenendola anche fino all’ultimo disco Dawn Of The Nine, del quale suona “Where Is Your God Now?”. Da Midvinterblot, con annesso assolo spaccapietre, vengono suonate la title-track e “The Avenger” all’inno di “Odin… Hear my call!” urlato dal pubblico, sempre più elettrizzato. Un timbro più glaciale viene portato dalla recente “Fimbulwinter”, ma è con la ancora più fresca “Defenders Of Midgard” che l’headbanging alza il profumo di balsamo nell’aria. Gli Unleashed spaziano abbastanza fra i loro album, ma senza mai andare più indietro di Across The Open Sea, eccezion fatta per “Before The Creation Of Time” l’ultimo bis. Dopo un breve intermezzo ambientale si ricomincia con “To Asgard We Fly”, ma il pubblico sa cosa vuole sentire e chiede a squarciagola “Hammer Battalion”… gli Unleashed, fedeli, rispondono e chiudono così il loro concerto. Ovviamente la gente non ne ha ancora abbastanza e dopo i venti di “Winterland” e lo squarcio di “Execute Them All”, evoca il pezzo che può riassumere in breve l’intera serata e lo spirito dei presenti: DEATH METAL VICTORY!!!