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U.S. CHRISTMAS, Salt The Wound

Salt The Wound

Oggi meglio noti come USX, gli U.S. Christmas hanno via via spostato il baricentro della loro musica e ne hanno alterato gli equilibri interni, a far prevalere sempre più l’influenza dei monti Appalachi da cui provengono e l’amore per la tradizione americana sulla potente miscela di postcore e space-rock che ne caratterizzava le mosse iniziali. La ristampa di Salt The Wound (originariamente realizzato nel 2006 dalla russa Raig) serve a ricordare come questa maturità sia passata attraverso una forma meno raffinata e levigata, in cui l’urgenza postcore si infrangeva su una potente deriva psichedelica, senza per questo lasciar fuori l’amore per la propria terra e per i suoni che da sempre ne hanno musicato gli sconfinati panorami. Il risultato alterna momenti più diretti, in cui il riffing roccioso si fa protagonista assoluto, a sprazzi di pura pulsione siderale, con il suono delle chitarre deformato dai pedali e le note che sembrano liquefarsi per proiettarsi in orbita. Un brano come “Thin The Herd” potrebbe addirittura essere definito stoner, o meglio una sua rilettura iper-vitaminizzata e schizzata come la potrebbe dare un gruppo postcore, altrove si flirta con un sound che non può non richiamare alla mente la rilettura della tradizione americana offerta dagli Earth post-Hex, annegata nei già citati suoni spaziali che fanno tanto sci-fi anni Settanta. Insomma, pur senza raggiungere la compattezza e la coesione delle ultime prove, Salt The Wound è un album dai molti spunti e perfetto nel suo rappresentare in piena luce gli ingredienti che rendono oggi gli USX uno dei nomi di punta della scuderia Neurot. Bene ha fatto la Heart And Crossbone a rispolverare questo lavoro nell’attesa di una nuova prova in studio, un’occasione per rimediare alle lacune o per ripassare la vecchia lezione prima di affrontare la nuova.

Tracklist

01. Lazarus
02. Death By
03. New War
04. Devil’s Flower
05. Thin The Herd
06. Norpo
07. Black Snake
08. Queen Of The World
09. Black Snake