TYLER BATES & CHELSEA WOLFE, X (Original Motion Picture Soundtrack)
Chelsea Wolfe, alla sua prima colonna sonora, se la vede con il valido horror “X” di Ti West, marchiato in tutto e per tutto A24, uscito a marzo all’estero e che forse si troverà nelle sale italiane dalla prossima estate. Nel film, trainato dalla doppia interpretazione di Mia Goth e a dir poco multi-livello quanto a chiavi di lettura nonostante la semplicità della sua trama, c’è un team cinematografico – produttore, cameramen, aspiranti star – alle prese con la realizzazione di un porno, nell’assolato Texas, nella fattoria appartenente a un’anziana coppia. Dal porno alle crudissime vicende slasher, in omaggio a “Non aprite quella porta” di Tobe Hooper, il passo è breve. Se pensiamo che quest’ultimo è stato provvisto via Netflix di un omonimo sequel-a-zero-idee proprio quest’anno, con le musiche vieppiù cacofoniche e nell’insieme non particolarmente incisive di Colin Stetson, allora è d’obbligo raddoppiare i complimenti nei confronti di un’opera ingegnosa – oltre che articolata visto che si parla di un’atipica trilogia in divenire – come quella offerta da West.
Wolfe è affiancata per l’occasione dall’esperto compositore Tyler Bates, già al lavoro per Zack Snyder e per Rob Zombie nel franchise di “Halloween”. C’è da dire che, durante la proiezione, la colonna sonora dell’inedito duo – affascinante ed efficace nel suo mix di sospiri suspiriani, urla strozzate, atmosfere doom, elettronica dark, rumorismi e corde post-country – risulta indispensabile eppure quasi sotto-evidenziata, spesso in favore di canzoni d’epoca, cioè di fine anni Settanta, ma riesce lo stesso a colpire ampiamente nel segno, sia con gli inquietanti vocalizzi all’apparenza eterei di Wolfe, che si srotolano come un tappeto all’avanzare della follia (“Maxine Meets Pearl”, “Pearl’s Lullaby” e quasi esasperante via proseguendo), sia con i numeri più spiazzanti in rapporto al CV della songwriter americana (il funk-rock di “Fucking Finally”, replicato in “Dolls” e “Pumping Gas”). Se “The Cellar” è probabilmente l’episodio più raggelante in scaletta (per quanto “I Was Young Once” o “Tell Me I’m Special” non siano di certo da meno, a partire dai loro titoli rivelatori), la cover di “Oui Oui Marie” di Arthur Field, risalente al 1918 e realizzata in solitaria da Wolfe con approccio acustico alla Unknown Rooms, segna il sanguinario punto di svolta delle vicende. Oui oui X.
Tracklist
01. My God
02. Maxine Meets Pearl
03. Theda
04. Pearl’s Lullaby
05. Fucking Finally
06. Pearl’s Rapture
07. Dolls
08. Pumping Gas
09. Our Secret
10. Use Your Telephone
11. We Talked About This
12. Nice Girl
13. Headlights
14. Sorry to Disturb You
15. The Cellar
16. What is it Baby?
17. I Was Young Once
18. Tell Me I’m Special
19. Maxine Grabs the Gun
20. Oui Oui Marie – Chelsea Wolfe
21. Bring Our Daughters Home