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TY SEGALL, 25/7/2012

Ty Segall

Bologna, Vicolo Bolognetti.

Dobbiamo ammettere che non conoscevamo bene il lavoro del rocker californiano. L’occasione dunque si presenta ghiotta e necessaria per saggiare finalmente le sue tanto decantate qualità di performer.

In primis c’è da registrare un dato interessante: il cortile è pieno zeppo di curiosi ed appassionati (anche giovanissimi, tra l’altro) che contribuiscono alla riuscita della serata. In nemmeno cinquanta minuti scarsi veniamo catapultati in una piccola cantina dove stanno suonando dei simpatici invasati: stilettate rock and roll, atteggiamento punk (come gli Who in preda alle convulsioni) e copiose sfuriate di batteria (la Epstein svolge più che degnamente il compito assegnatole). I pezzi dell’ultimo Slaughterhouse ci sono quasi tutti e non mancano di farsi notare (ma Segall ha nel carniere una discografia davvero corposa, divisa tra sette pollici, 45 giri e collaborazioni varie) e l’audience chiaramente apprezza compiaciuta tutto il set. Altra singolarità della proposta è quella di non avere il benché minimo timore di incorporare anche degli spettacolari assolo (cosa piuttosto inusuale per il genere), che caratterizzano l’insieme e gli danno in un certo senso completezza. A un certo punto la troppa foga di un nugolo di scatenati aficionados si spinge fino al palco, costringendo il tecnico a intervenire per sistemare le spie, ma Segall, in puro atteggiamento diy, fa scorrere il concerto come se nulla fosse accaduto, permettendoci di continuare a festeggiare questa convulsa sarabanda, accompagnandola con una determinazione e una professionalità davvero encomiabili. La band scelta, inoltre, fa bene il proprio dovere (quel basso che ottunde e la telecaster del sodale accanto come ottimo accompagnatore) e lui la comanda con il fare di un musicista navigato.

Ty ha stoffa ed è quasi al livello (fatte le dovute differenze di stile) di un Bob Log, ma anche, ça va sans dire, del compianto Jay Reatard, con la particolarità che lui è all’apparenza meno personaggio. Alla fine dei conti la serata si rivela perfetta, fatta di ottima vibra rock, e perciò meritevole di venire ricordata per tutta l’estate.

La foto a corredo dell’articolo è di Alessandra Di Bianco.