TV DUST, Transition
L’esordio sulla lunga distanza dei milanesi TV Dust (Sergio Tringali, Filippo Aloisi e Gaetano Pappalardo) è foriero di diverse indicazioni. In primis di una formazione che in un lustro è forse arrivata a compimento a livello di line-up e di concezione, almeno per quanto riguarda la capacità di mostrarsi in un percorso lungo e sfaccettato che il titolo, Transition, sottolinea perfettamente. Post-punk, jazz, No Wave, ritmi che cercano con discontinuità un’unica cosa: il ballo, sfaccettato nelle miriadi di mosse esprimibili in ambienti grigi e sotterranei. Certo, ci sono gli sprazzi di colore, ma il focus è sul ritmo, grasso, pneumatico, dritto. Riconoscibile addirittura, come una “Smelly Floor” che trasuda miasmi acidi tra fiati e percussioni. La componente jazz si esprime spesso in primo piano, con un’indole mai distruttiva, riuscendo invece a trainare un convoglio che diventa via via più interessante quanto granuloso. La bontà dei TV Dust è quella di riuscire a forgiare brani che sono veri e propri treni, anche se forse la parte meno forte del disco è proprio il disco in sé, con una serie di pezzi che a pescarli dalla cassetta del più scafato dj farebbero rialzare i morti come nel caraibico vudù, ma che messi uno dietro l’altro mostrano un po’ la corda e le variazioni sul tema pur nella loro bontà ed agito non riescono ad aprire il paesaggio. Interessante sarebbe vederli dal vivo, per capire con che tipo di agilità si muovano. La potenzialità di sicuro c’è, trovato un maggior equilibrio ed una dinamica più orientata all’album faranno sicuramente sfracelli, per ora ne seguiremo le tracce polverose.
P.S.: artwork semplicemente spettacolare a cura di Andrea de Franco aka Fera, altro nome in Maple Death da non perdersi assolutamente.