TUMIDO, Nomads
Di questo disco degli austriaci Tumido, uscito per l’austriaca Interstellar Records, in rete non ha parlato praticamente nessuno. Al momento sono un trio: Gigi Gratt (tromba e tres, uno strumento a corde cubano, direi vicino alla chitarra, che non farò finta di conoscere), Mario Stadler (chitarra, basso, elettronica) e il nuovo entrato Bernhard Breuer alla batteria, che è davvero un ottimo acquisto, dato che qui spadroneggia con una fantasia incredibile. Breuer suona anche negli Elektro Guzzi e nei Metalycée, forse per questo lo hanno chiamato, dato che Nomads da un lato possiede un’immediatezza quasi dance e dall’altro una vischiosità quasi trip hop. Si tratta insomma di un disco molto potente e fisico: la band si muove spesso dub, ma esplode con la chitarra quando meno te lo aspetti. Non bisogna comunque pensare a qualcosa di sempre aggressivo o scuro, dato che ci sono pezzi in qualche modo “sudamericaneggianti” come “Gubat” (Fatboy Slim copiala) e la più lunga “Xaxim” (nella sua prima parte, poi inizia un bad trip), fatti per ballare.
Una sorpresa, sarebbe bello testarli dal vivo.