TROND KALLEVÅG, Amerikabåten
Si mischiano mito e fantasia, folk autoctono scandinavo e le grandi pianure del sogno americano nel nuovo lavoro di Trond Kallevåg, qui accompagnato da un manipolo di musicisti, alcuni già sulle nostre pagine (Jo Berger Myhre), altri sconosciuti come Selma French, Daniela Reyes, Hàkon Aase ed Ola Øverby. Non si scende mai nella didascalia né nella cartolina, trattenendo un’autenticità di chi si approccia ad una cultura straniera partendo da solide basi. Certo, aiuta il fatto che le nostre orecchie siano cresciute a pane, country e Western volenti o nolenti, ma ci sono un tocco, una grazia che uniscono i continenti, magari seguendo la storia di chi afferma che furono già i vichinghi a popolare l’antico territorio statunitense. Ritmi e temperature oscillano a seconda delle latitudini, unendo ritmi con sentori talmente abbandonici da scioglersi in direzione sudista. La maestria e la leggerezza con la quale Trond (non nuovo ad operazioni del genere, basti pensare all’unione fra Norvegia e Polinesia di Bedehus & Hawaii) saltabecca negli Stati è mirabili, a dimostrazione che la musica non è questione di barriere né di passaporti, bensì punto condiviso da anime con sensibilità simili, si chiamino Trond, James, Billy od Ola. Amerikabåten è un viaggio fra le onde, sunto di un unione iniziata mille anni fa e destinata ad alimentarsi, seguendo linee che non rispettano i confini ma che segnano stili ed affinità elettive.