TRISTAN DA CUNHA, Soçobrar [+ full album stream]
I Tristan Da Cunha sono un duo con base a Pavia, formato da poco: alla chitarra c’è Francesco Vara (che abbiamo visto in uno split con Adamennon), alla batteria Luca Scotti, che suona con gli Interstellar Experience, che purtroppo non conosco. Tristan da Cunha non dovrebbe aver bisogno di presentazioni nei giri alternativi, dato che è protagonista anche di uno dei tre famosi dischi dark ambient a firma Deathprod (Helge Sten dei Motorpsycho): un luogo lontano dal mondo e fuori dal tempo, solitario, quasi irraggiungibile. Qui il grosso dei titoli è in portoghese (come l’esploratore che ha scoperto l’arcipelago) per indurre una sorta di saudade, scrivono Vara e Scotti.
Soçobrar, esordio dei Tristan Da Cunha prodotto da Paolo Monti, è composto da quattro tracce della durata media di 7-8 minuti. Si tratta di post-rock e nessuno lo nasconde, anzi è la nudità del sound, l’assenza d’artificio, a essere il punto di forza del progetto: dialettica pieni/vuoti e saliscendi emotivi (desolazione contro rabbia, malinconia contro spigolosità). Chi vuole può vederci anche influenze slowcore, è legittimo quanto sentire anche maggiore pesantezza nella chitarra di Francesco, segno che ascolta anche roba più estrema. Di nuovo, mi piacerebbe capire di più sul background di Luca, abile a inserirsi anche negli spazi dove magari ci sarebbe stato un basso.
Certi dischi nascono per istinto e se ne fregano di essere innovativi e/o di piacere, e questo sembra proprio il caso di Soçobrar: qui ci sono due amici che si parlano senza dire una parola, in una seduta psicologica che che cura anzitutto loro stessi. Se vi piacciono il genere e la sincerità, eccovi serviti.