TRIO RAMBERGET, Musik Att Somna Till
Il Trio Ramberget, dalla Svezia, incide una musica che – per quanto non lo si direbbe – nasce da sessioni di pura improvvisazione, nel corso delle quali Gustav Davidsson (trombone), Johanna Ekholm (contrabasso) e Pelle Westlin (clarinetto basso) sembrano voler traghettare verso una forma di musica ambient interamente acustica il retroterra jazz/classico/cameristico dei loro profili, e della combinazione degli strumenti che adoperano. Musik Att Somna Till (musica per addormentarsi) è il titolo del loro secondo lavoro sulla lunga distanza, anche stavolta autoprodotto: un’ora abbondante di larghe vedute e di paesaggi nordici che, ascoltando bene, siamo portati a raffigurarci non già nel bianco smisurato della neve, ma nel verde possibile della bella stagione.
Dieci i brani in scaletta. Una metà raggiunge e supera i dieci minuti, ed è il cuore dell’album; l’altra metà si ferma a pochi giri di lancetta, come se volesse fornire intermezzi o pause per alleviare l’apnea. Nel corso dei brani lunghi è il trombone a spiccare, con frasi brevi e reiterate che ricordano il moto ondoso presente nei primi lavori ambient di Brian Eno, tra profondissime stanze di riverbero (quasi un elemento aggiunto) e inevitabili rimandi ai toni sostenuti di Stuart Dempster (*) e alla pratica da lui alimentata, quella che sta sotto il nome di deep listening. Se quindi di questa musica sono ben visibili le radici conficcate nel minimalismo (badate anche all’importanza dei cicli del sonno in Dream House, l’opera fondamentale di La Monte Young, o pensate al fatto che il precursore degli sleep concert sia Robert Rich), meno intuibili appaiono invece i punti di contatto con la lentezza del dark jazz più meditabondo, filtrato attraverso mezzo secolo di rarefazioni ECM, l’etichetta tedesca che nella seconda metà del Novecento ha favorito lo sviluppo del peculiare linguaggio jazz associato ai paesi scandinavi.
Un disco suggestivo già ad un primo ascolto, questo Musik Att Somna Till. Ma per onor di cronaca va anche detto che l’eccessiva durata rischia di far confondere l’uniformità del risultato (di per sé un punto a favore) con una spiacevole sensazione di monotonia.
* Per chi non lo sapesse, Dempster è il trombonista che ha fondato la Deep Listening Band con Pauline Oliveros e Panaiotis. Curiosità: suona in Monoliths & Dimensions dei Sunn O))).