Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

TREEDEON, Under The Manchineel

Secondo album per i Treedeon, sempre su Exile On Mainstream ma con una line up rinnovata dall’ingresso di un nuovo batterista – proveniente dagli Alphatrip – a fiancheggiare Arne (Ulme) e Yvonne (Jingo De Lunch). Il nuovo capitolo del trio tedesco mostra una band ancora più coesa e rabbiosa, saldamente aggrappata a una formula che include la pesantezza dello sludge e la violenza iconoclasta del noise, ingredienti base per un banchetto che non fa specie trovare sulla stessa etichetta che ha dato ospitalità ai nostri beniamini Black Shape Of Nexus. Proprio la spessa coltre sonora dei connazionali rappresenta il termine di paragone migliore per comprendere e magari esemplificare in modo verosimile la colata di pece che fuoriesce dalle casse durante l’ascolto di Under the Manchineel, un disco che ha però nel suo arsenale una voce duttile come quella di Yvonne e sa come utilizzarla per inserire melodie stridenti, inquietanti cantilene che si incuneano nel muro del suono e aprono fessure da cui sbirciare fuori. Se pensate questo porti qualche solarità all’insieme, siete purtroppo fuori strada, perché al contrario ci si spinge ancora più a fondo nella follia, in un panorama da incubo che si fa via via più spettrale con l’avanzare dei minuti, fino a precipitare e infine implodere nella doppietta finale “Protoplanet”/“Wasicu”, perfetta catarsi con i suoi sedici e passa minuti di puro delirio in cui la voce riesce a sopraffare gli strumenti fino a piegarli completamente al suo volere. La forza di questo lavoro sta proprio in questo mutare pelle attraverso un processo che ne pervade l’intero svolgersi, così da trasportare l’ascoltatore da un capo all’altro del pianeta Treedeon in modo furtivo, persino subdolo nel suo mantenere sempre un’identità ben delineata, una cifra stilistica cangiante ma mai contraddittoria. La presenza di testi rabbiosi e ricchi di riferimenti all’attuale scenario socio/politico non fa che aumentare l’impatto del tutto grazie ad un taglio distopico ben poco rassicurante. Difficile esprimere a parole l’effetto che un album simile riesce a provocare una volta entrato in circolo, molto meglio consigliarne l’ascolto e lasciare che parli in prima persona.

Tracklist

01. Cheetoh
02. Death Of Ceres
03. Breathing A Vein
04. No Hell
05. Manchineel
06. Protoplanet
07. Wasicu