Tre volte Aidan Baker
Aidan Baker è di sicuro uno degli artisti che più mi hanno “mosso” in questi ultimi anni, ma sono sincero: non mi ascolto e non mi compro tutto, anche perché non sarebbe affatto facile. Rimane il fatto che, svanito magari l’effetto sorpresa dei primi ascolti, sia un personaggio d’eccezione, che mette in piedi le collaborazioni più disparate, rimanendo però sempre uguale a se stesso. Questi tre dischi ci sono stati proposti negli ultimi mesi e li passo velocemente in rassegna.
Ici D’Ailleurs si occupa della ristampa di The Sea Swells A Bit, originariamente pubblicato dalla nostra A Silent Place. Si tratta del lato malinconico (come al solito) e meditativo del musicista canadese, sempre caratterizzato da drone e iterazioni, mai però in questo caso ustionato dalle radiazione nadjesche. È un tipo di sound, questo, che già un po’ di anni fa lo ha visto raggiungere quasi la perfezione, basta sentire la prima traccia, che è quella che secondo me può valere lo sforzo economico dell’acquisto (anche il nuovo artwork è una bomba, se devo dirla tutta).
Aidan in questi anni ha messo su un altro trio oltre a B/B/S. Caudal lo vede all’opera – sempre alla chitarra – con Gareth Sweeney (basso) e Felipe Salazar (batteria), insieme ai quali verso la fine del 2014 ha pubblicato un secondo album, Ascension (Consouling Sounds). Nel primo pezzo Sweeney è eccezionale: il suo basso fa entrare in scena i PIL a un concerto dei Neu!, dei quali i Caudal rappresentano una possibile declinazione, basta sentire anche il terzo e ultimo episodio (e mi sa che il titolo Ascension è consciamente un agganciarsi a Glenn Branca), facendo passare un quarto d’ora in un minuto. Anche nel secondo brano la pulsazione è in evidenza, ma le atmosfere – dato il totale rallentamento dell’andatura – sono più sognanti e lisergiche, grazie alle tessiture tipiche di Baker.
In Hypnodrone Ensemble, Baker prosegue la sua collaborazione con Eric Quach (Thisquietarmy) per collegare due sue fisse, il drone e ancora i Neu! (ma anche Rhys Chatham, direi), coinvolgendo ben tre batteristi (tra i quali Salazar dei Caudal). Album live (a Berlino, per la precisione) pubblicato ancora dai belgi di Consouling Sounds e presentato durante l’Incubate del 2014, che aveva a sua volta chiamato Aidan in veste di curatore. Davvero energico (il motorik non si batte) e vitale, per quanto non al 100% innovativo, anzi, per certi versi tradizionale anche all’interno di un evento come quello olandese, che qualche anno prima aveva materializzato sui suoi palchi direttamente Michael Rother, riapparso poi anche al Roadburn.