Toni Bruna: in ascolto Versioni De Ombre Cinesi
Dice leggenda che le ombre cinesi furono inventate per consolare l’imperatore Wudi quando perse la sua amata Li Furen. Li Furen aveva iniziato a nascondersi agli sguardi dell’imperatore perché si era ammalata e aveva perso la sua bellezza, poi aveva rinunciato anche a parlare.
Le Ombre Cinesi di Toni Bruna sono guizzi neri su un fondo di per sé scuro, quasi macchie di cenere del suo Fogo Nero. Federico Bertaccini le ha catturate e ha avuto l’idea di unire due brani diversi di Toni, “Ombre Cinesi” e “Serbitoli”, vicini armonicamente e narrativamente. In entrambi, infatti, vibrano l’inverno, la luce e la sua assenza, il silenzio e i quattro elementi: acqua (sotto forma di pioggia), aria (vento), terra e fuoco.
Oltre a Federico Bertaccini sono saliti a bordo Alessandro Verrina, Elia Pellegrino e Breez per plasmare cinque pezzi: un cappello titolato “Cosmogonia”, poi “Acqua”, “Aria, “Tera” e “Fogo”. Il disco esce soltanto in versione digitale ma sono disponibili delle serigrafie in edizione digitale, a fissare le ombre su di un foglio.
Versioni De Ombre Cinesi – forse per la prima volta nella storia di Toni Bruna – porta l’unicità del musicista triestino a connettersi ad altro, ed è infatti quasi uno shock sentirlo nascosto dietro ai beat digitali di “Acqua”. In “Aria” perde peso e ci fa arrivare un canto balbuziente, che cogliamo come sogno e come altra lingua ancor diversa. “Tera” prende il ritmo del mondo quasi senza accorgersene, collegando Trieste ed Equatore, sudando ed illanguidendosi. “Fogo” raddrizza la cassa, fa vibrare le voci e cala Toni Bruna in un nuovo essere, trasformando gli ascoltatori in sciamani che concludono un rito danzando e creando nuove ombre, quasi fosse uno spettacolo interminabile durante il quale non si distingue più tra realtà e finzione.
Queste Versioni De Ombre Cinesi saranno presentate dal vivo all’Imbarchino sul Po a Torino oggi alle 18 e il nostro spassionato consiglio è quello di non perdersi lo spettacolo per catturarne la magia.