Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

THE WRAITH, Gloom Ballet

I Wraith sono una band di Los Angeles di cui fanno parte musicisti piuttosto vecchi (un po’ malinconiche le foto da punk, non posso ometterlo), passati come sempre per un sacco di altri gruppi, anche se in genere per brevi momenti, il che mi fa pensare a una storia – a tratti persino affascinante – di occasioni perdute, specie dopo la scoperta che per un periodo il loro batterista era lo stesso dei Blink 182, ma non quello che conosciamo tutti: quello andatosene prima del successo mondiale dei due rimasti.

Los Angeles è – tra le mille altre cose – la città dei T.S.O.L., oltre che quella di Christian Death e 45 Grave, senza dimenticare i Cinema Strange, per i quali è passato il chitarrista dei Wraith Colin O’Donnel. Si può prendere il sound di queste band e affiancarlo a quello di altri numi tutelari postpunk – però europei – tipo i Killing Joke, per capire cosa fa questo gruppo finito sotto Southern Lord, tenendo presente che il tiro è più punk che goth (o dark, come diciamo noi in Italia), il che non sorprende, visto come vanno le cose negli ultimi anni. I pezzi sono onesti, cioè non furbi: loro portano sul palco quello che suonano da sempre. Le soluzioni – semplici – di chitarra e batteria sono quelle due-tre che fanno subito scattare l’interruttore della memoria, lo stesso vale per il basso – come immaginerete spesso prominente – e per quelle rarissime linee violacee di synth inserite nel disco, senza dimenticare qualche intervento vocale femminile che mi ha fatto pensare ai Sisters. Nel caso ci fossero dei dubbi, il cantante non è mai morbido e contribuisce molto a non togliere mai Gloom Ballet dalla stradaccia su cui deve battere. Si tratta di un album consolatorio, nel senso che sai già dove va a parare e a te o sta bene così o allora ciao, basta sentire la cavalcata iniziale di “Ballad Of Aeon”, messa subito perché è in effetti il pezzo migliore, anche se non è il solo valido. Secondo me, vista la loro immediatezza, dal vivo devono essere una bomba, mentre su disco sono solo normali.