THE UNDERGROUND YOUTH, Nostalgia’s Glass

Craig Dyer è uno dei primi artisti ad aver aderito alla causa di Fuzz Club nel 2011: a nome Underground Youth Dyer ha firmato il primo lp in uscita per l’etichetta britannica, Delirium. Era il 2012. Dopo dieci anni di attività Underground Youth è cosa nota nel sottobosco musicale europeo e non ha bisogno di presentazioni: a giocare con l’orizzonte d’attesa del pubblico è il lato più meditabondo e gotico del catalogo Fuzz Club, che in particolare trova soddisfazione nelle ballate acustiche dell’ultimo The Falling del 2021 e prosegue sulla stessa linea con Nostalgia’s Glass. Post-punk, noise e psichedelia vengono accantonati a favore di una vena cantautoriale che già con The Falling indusse a parlare di Leonard Cohen e Nick Cave: ora forse il paragone apparirà blasfemo ai fan di quest’ultimi, ma serve per capire dove va a parare Dyer. A dire il vero, la psichedelia agrodolce di Jason Pierce fa capolino in “Émilie”, “The Allure Of The Night” strizza addirittura l’occhio ai Depeche Mode, e Dyer langue nel post-punk malinconico di “Omsk Lullaby”: per il resto, la sua voce oltretombale, in “Frame Of Obsession” o nella conclusiva “Epilogue”, fa capire che è troppo tardi e non c’è alcuna redenzione.