THE TRIP TAKERS, The Trip Takers
Ammettetelo, la sensazione che il sole primaverile ci regala dopo un lungo inverno è irresistibile. Dice il proverbio “Maggio adagio adagio…”, ma anche no! Basta che si affilino due o tre giornate di sole e partono le prime passeggiate in maniche corte, i costumi da bagno, i primi topless (finalmente!), i primi tuffi e i barbecue al tramonto. E partiamo proprio da quest’ultima situazione. Se nei bbq ai quali prendete parte non manca mai una chitarra, vuol dire che siamo sulla stessa linea. Se, oltre a ciò, è capitato che ci fosse anche una band a suonare, allora vuol dire che convergiamo sullo stesso punto.
Lo scorso anno, ho partecipato a un bbq serale in spiaggia. Era solo fine maggio, ma tutto, o quasi, sembrava perfetto: il clima, il tramonto, i drink e la brace per cuocere pezzi di carne e verdure in quantità. C’era anche il gruppo che suonava, ma faceva davvero schifo. Hey, non si può avere tutto nella vita!
In realtà, in quell’occasione, ho avuto molto meno di quanto desiderassi. Infatti, avevo adocchiato una strafiga galattica mentre gironzolava, in canottiera e costume, tra la gente intorno alla brace, e con la quale, purtroppo per questa recensione, non sono riuscito a combinare un granché, anzi non ho concluso proprio nulla, eccetto uno scambio di vedute sul livello della band. Lei diceva che sembravano usciti da una festa di classe del primo superiore, ed io le davo ragione. Ovviamente avrei annuito anche se avesse detto il contrario. Era una sorta di cover band di pezzi famosi dei 60’s e 70’s. Beatles, Doors… Rino Gaetano, Bucio Lattisti. Tutto eseguito in maniera imbarazzante anche a causa della strumentazione limitata per via della location. Comunque, l’impressione era che pretendessero di suonare i loro strumenti utilizzando la stessa tecnica con cui gli addetti alla brace attizzavano i carboni ardenti. Terribile.
Se fosse stato possibile, avrei speso tutto il mio impegno e le mie energie per far in modo che ci fosse una band come i Trip Takers a suonare. Sarebbero stati perfetti quella sera come, credo, anche in situazioni completamente differenti. Grazie al loro 60’s garage beat arioso influenzato dai Seeds, che avrebbero potuto proporre anche in versione unplugged, l’epilogo tra me e quello splendido esemplare di donna seminuda sarebbe stato completamente diverso, ne sono certo. Gasato come un macaco, mi sarei lanciato sull’obiettivo canticchiando please believe me… when I tell you… that I love you… little girl. Di sicuro avremmo ballato insieme, fatto un paio di tuffi mentre il sole ci salutava per lasciare spazio alla notte, mangiato qualche pezzo di carne alla brace, rigorosamente senza posate come gli uomini delle caverne, bevuto qualcosa per riscaldarci durante la brezza serale che, nel mese di maggio si fa ancora sentire, e poi, una volta lontano da occhi indiscreti… Hey! Andate a spiare qualcun’ altro e compratevi il disco dei Trip Takers, maledetti guardoni.