THE SKULL, The Endless Road Turns Dark
È arrivato il tempo di un secondo album anche per i The Skull. Dietro questo nome si celano due personaggi molto importanti per la storia del doom, cioè Eric Wagner e Ron Holzner, che dopo aver lasciato i Trouble fondarono questo nuovo gruppo assieme ai chitarristi Lothar Keller e Matt Goldsborough (dietro la sei corde dei Pentagram dal 2013 al 2014) e a Jeff “Oly” Olson alla batteria. La band madre è ancora attiva (con i due riffmakers originali Bruce Franklin e Rick Wartell e con Kyle Thomas degli Exhorder/Alabama Thunderpussy alla voce), ma i riflettori sono accesi maggiormente su di loro, sia per l’unicità del cantato di Wagner, sia perché – a conti fatti – sono più attivi dal vivo e in studio.
L’esordio, For Those Which Are Asleep, era piaciuto molto e aveva riscosso pareri più che positivi dalla critica come dai fan. A distanza di quattro anni da quel disco tornano con questo nuovo The Endless Road Turns Dark, che continua il discorso iniziato col debutto: il sound è quello dei Trouble, molto più ribassato di tono (non solo le chitarre, ma anche le parti vocali, ormai prive dagli acuti che potete trovare su Psalm 9). Il gruppo è nel pieno della forma: con l’ingresso di Rob Wrong (Witch Mountain) e Brian Dixon (ex Cathedral) abbiamo di fronte un vero e proprio supergruppo doom, una formazione migliore della precedente. La produzione è molto simile a quella già sentita su Those Which Are Asleep, mentre dal punto di vista compositivo ci sono momenti molto più vicini all’hard rock (“The Longing”, “Breathing Underwater”, “From Myself Depart” e “As The Sun Draws Near”, che ricorda tantissimo “At The End Of My Daze”). A parte la title-track, i pezzi in sé non sono molto memorabili, ma nella sua interezza questo è qualcosa che merita la vostra attenzione. Fa un po’ strano sentire Wagner cantare così più basso rispetto ai dischi storici, però la voce l’ha conservata e questo stile si adatta alla diversa accordatura.
Se cercate un nuovo Psalm 9 o un nuovo The Skull, state perdendo tempo. Però le idee ci sono ancora e la qualità è indiscutibile. Se siete fan dei Trouble, vi piacerà senza ombra di dubbio anche questa nuova incarnazione, specie adesso che la line up è di questo livello. Pur non essendo un capolavoro, The Endless Road Turns Dark è ben fatto, che dà ai seguaci quello che si aspettano. Unico appunto da fare: la copertina è veramente brutta, ma su The New Noise non ci fermiamo certo davanti a questi particolari.